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GENESI
 
 
 IN PRINCIPIO DIO CREO' IL CIELO E LA TERRA

                                                                

 

 
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GENESI

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2009 21:40
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05/01/2009 21:31
 
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Ognuno di noi riceverà un premio per le cose che avrà fatto segretamente; per cui sono più che sicuro che la sua sarà una ricompensa maggiore della mia. Certamente anch'io non avrei potuto fare tutto ciò che ho fatto senza il suo aiuto. Per esempio: nel mio ministero sono stato chiamato a trattare argomenti molto controversi, e quando scrissi il libro "Leadership is male" (La guida è per gli uomini) improvvisamente persi più di un terzo dei miei impegni. Molti dei miei seminari erano annullati dappertutto, ed anche se ricevevo delle lettere di ringraziamento da parte di donne, era molto difficile affrontare la situazione. Se non avessi avuto al mio fianco una moglie, che dal proprio studio biblico, era convinta che ciò che dicevo era giusto, e che mi ha aiutato fino in fondo, non so proprio se gliel'avrei fatta. E' un uomo felice chi può contare al cento per cento sull'aiuto della propria moglie; e quando parlo d'aiuto non voglio certo sostenere che lei abbia autorità su di lui, ma che lo assista nel suo lavoro.

Purtroppo ho incontrato molte comunità dove la moglie del pastore è la vera guida della chiesa, e vorrei ricordarvi che nemmeno questo è un buon matrimonio. A conclusione del nostro capitolo, possiamo affermare che secondo la Bibbia il matrimonio ha la priorità sul lavoro, e quindi nel caso di pastori, anche sulla loro chiesa. Una qualifica importante per esercitare il ministero d'anziano nella chiesa, è avere i rapporti familiari in ordine. Per cui il buon andamento del matrimonio, e quindi dell'intera famiglia dovrà sempre essere messo avanti a tutto. Purtroppo è molto facile per chi ha un ruolo di guida nelle chiese, mettere il lavoro avanti alla famiglia, e così facendo corre il rischio di distruggere anche il proprio ministero. A questo proposito è bene ricordare che secondo Genesi il coniuge ha diritto al primo posto anche nella lealtà, che è alla base d'ogni buon matrimonio. Per quanto riguarda poi l'intera famiglia, è molto più importante, per i figli, sentire che i genitori hanno amore l'uno per l'altro, che non per i figli stessi. Molte coppie però non la pensano così, ed anche se vivono separati, credono che finché ameranno i loro figli, anche se ognuno per conto proprio, tutto andrà ugualmente bene. In una casa dove mamma e papà si vogliono bene davvero, i figli non si sentiranno mai trascurati, perché questo fatto li farà stare sicuri, ed a loro volta diverranno buoni partner nel loro futuro matrimonio.

Una cosa molto importante, per la buona riuscita del matrimonio, è che anche l'uomo lasci completamente la sua vecchia casa per unirsi alla propria donna, senza mai rimpiangere niente di ciò che ha abbandonato. Sarebbe veramente deplorevole che umiliasse sua moglie rammentandogli di non saper cucinare la pasta come la faceva mamma; e questo anche nel caso che la sposa sia davvero una pessima cuoca. Quando la Bibbia parla di separazione, intende il completo abbandono di tutto, anche della buona cucina, per attenersi, da allora in poi, a quella della moglie, con tutti i rischi che questo può comportare.

Quando il preside di una scuola biblica in Inghilterra, faceva delle domande agli studenti, era solito chiedere anche quale moglie avrebbero scelto tra una carina che non sa cucinare, ed un'ordinaria, che invece fa da mangiare molto bene. Tutti sceglievano sempre la risposta pia, in altre parole a loro andava bene quella che sapeva cucinare, anche se non era poi molto carina. Il preside sosteneva, però, che era la risposta sbagliata, perché quella era una situazione che non poteva più essere modificata, infatti, è possibile che una ragazza carina impari a cucinare, ma è davvero impossibile che una giovane ordinaria diventi graziosa. Questo serviva a riportare il senso comune della vita, in un ambiente che molto spesso non era più realistico, perché troppo spirituale.

Lo studio di Genesi due è molto importante anche per questo, perché ci riporta con i piedi per terra, ed alla fine del capitolo noi troviamo la coppia perfettamente affiatata; i due non avevano niente da nascondersi, e questo stato sincerità si esprimeva nel non avere vestiti. Per questo è scritto che pur essendo nudi non provavano vergogna. Purtroppo però un giorno anche questo finì, ed il motivo per cui anche oggi ci copriamo con dei vestiti è perché ci sentiamo vulnerabili; e questo accade specialmente in campo sessuale. Il pudore è la difesa della nostra intimità; si entra nella parte intima di una persona proprio attraverso la sessualità, ed il pudore è il mezzo con cui cerchiamo di proteggerci. E' tragico scoprire che, anche Adamo ed Eva, arrivarono al punto di voler nascondere l'uno all'altra le cose in cui si sentivano più vulnerabili, per difendersi reciprocamente. Da quel momento la nudità è stata una cosa poco sicura per l'umanità, e non torneremo mai più in una situazione simile a quella dell'Eden. La Bibbia assicura che anche nei nuovi cieli e nella nuova terra saremo i vestiti. E' accaduto qualcosa d'irrevocabile in quel giardino, e non potremo mai più essere esattamente come allora; ma dobbiamo andare avanti verso la nuova condizione che Dio ci rivela nel resto della scrittura.

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05/01/2009 21:32
 
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EVOLUZIONE

Il nostro secolo è stato particolarmente influenzato dal pensiero di quattro uomini famosi: Albert Einstein, Sigmund Freud, Karl Marx e Charles Darwin; tre dei quali erano ebrei. Gli ebrei hanno sempre avuto un'influenza sproporzionata sulla scena mondiale, rispetto al loro esiguo numero. Ora vorrei soffermarmi particolarmente sul pensiero di Charles Darwin, uno dei tre ebrei in questione. I suoi studi sull'evoluzione iniziarono circa centocinquanta anni fa, anche se l'idea non era nuova, infatti, già Aristotele nel terzo secolo a.C. insegnava il concetto d'evoluzione. Chi mise l'idea nella mente di Charles, fu Erasmus Darwin, nonno di Charles; personaggio notevolmente anticristiano. Questa teoria diventò famosa grazie all'impegno di Charles, che la elaborò contemporaneamente ad un certo Alfred Russel Wallace, che in quei giorni si trovava nelle Indie. Fu grazie alla maggiore velocità di Darwin nel pubblicare il suo libro se oggi tutti conoscono lui e non Wallace.

La teoria dell'evoluzione, è basata su tre elementi principali: la variazione continua, la selezione naturale e la mutazione. Secondo il concetto di variazione continua, in tutte le forme di vita esistono sempre dei piccolissimi mutamenti; per esempio: la maggior parte dei bambini tende continuamente ad avere un'altezza superiore a quella dei propri genitori, per cui, nel tempo, la razza umana diventerà sempre più alta. Ancora per esempio, tale sorte, secondo l'evoluzione darwiniana, è toccata anche al cavallo, che da un animale di piccola taglia qual era, con il tempo è via via cresciuto, fino ad arrivare alla forma attuale. Un altro concetto di vitale importanza per la teoria darwiniana è la selezione; vale a dire la scelta operata dall'ambiente sugli organismi viventi, che favorisce maggiormente le variazioni che portano ad un miglior adattamento al luogo in cui la specie vive, rispetto alle altre. Questo è ciò che Darwin intendeva per selezione naturale. Un altro esempio: circa cento anni fa, nel posto dove sono nato, vi erano molte farfalle; alcune di esse erano chiare, altre invece, più scure. Quello fu anche il periodo in cui si sviluppò l'industria per l'estrazione del carbone, ed il paesaggio circostante venne ben presto deturpato dai grossi cumuli neri e dalla polvere del materiale estratto. Questo cambiamento dell'ambiente fece sì che le farfalle di colore chiaro fossero più visibili delle altre, sullo sfondo scuro che si era venuto a creare, per cui erano prede più facili per gli uccelli. Ciò ha portato in breve tempo alla loro totale estinzione, ed ora in quella zona sono rimaste solo farfalle scure. Questo è ciò che Darwin intendeva con il termine "selezione naturale"; secondo lui la natura non era altro che una continua lotta per la sopravvivenza, dove i più adatti all'ambiente sopravvivono, mentre gli altri periscono.

La parola chiave per il concetto d'evoluzione è proprio "lotta", e vorrei porvi l'accento perché ormai è diventata anche uno slogan politico. L'idea della sopravvivenza dei più adatti è il presupposto fondamentale anche dell'ideologia fascista; non è un caso che il libro scritto da Hitler s'intitolasse proprio "Mein Kampf" (La mia lotta), perché la parola lotta fu presa in prestito proprio dal concetto evoluzionistico darwiniano. L'Italia è stata soggetta ad una profonda influenza da parte della teoria dell'evoluzione, accettata anche da Mussolini, ed oggi da sua nipote, ma di questo parleremo più avanti. Probabilmente, se non fosse stato per Darwin, non sarebbe esistita una seconda guerra mondiale, lui è da ritenere responsabile di molte delle sofferenze che affliggono il nostro ventesimo secolo. La teoria politica secondo la quale la razza superiore avrebbe governato il mondo, mentre quelle più deboli, come gli ebrei, si sarebbero estinte, ha avuto origine da una teoria sulla natura. Oltre alla teoria darwiniana, n'esiste anche un'altra, elaborata da un francese chiamato Lamarck, alcuni anni prima. Essa ipotizza grandi variazioni in brevi periodi di tempo, chiamate mutazioni. Secondo il Lamarck, nel corso del tempo, si sono verificate delle mutazioni, che hanno improvvisamente prodotto delle creature anche sensibilmente diverse da quelle che le hanno generate. Per avere un'idea più chiara della differenza tra le due teorie, potremo paragonare la teoria darwiniana ad un piano inclinato, mentre quella lamarckiana ad una scala con dei gradini ben definiti. Altri due aspetti molto importanti dell'evoluzione sono rappresentati dai concetti di micro e macroevoluzione. Con il termine microevoluzione s'intendono le variazioni limitate che possono verificarsi all'interno delle diverse specie. Si tratta d'eventi scientificamente confermati, biblicamente accettevoli, e anche abbastanza ovvi. Possiamo vedere i risultati della microevoluzione ovunque attorno a noi. Per esempio: vi sono variazioni nei fiori, nelle piante, negli animali e perfino negli uomini. E' facile rendersi conto di ciò anche considerando quante razze canine esistono oggi.

La microevoluzione, è un vantaggio per l'umanità, giacché può essere sfruttata per produrre nuove razze di piante o d'animali, con caratteristiche anche abbastanza diverse tra loro, pur restando entro i confini ben stabiliti della specie. Nessuno riuscirà mai, attraverso selezioni od incroci, ad ottenere un cavallo da una mucca, ma potremmo sicuramente riuscire ad avere razze di cavalli diverse l'una dall'altra. Per esempio: le mucche che un giorno io mungevo, erano sicuramente molto diverse da quelle che esistevano nella preistoria, perché erano capaci di produrre ben venticinque litri di latte il giorno; una quantità esagerata per allattare un vitello. Oggi, con l'avvento dell'ingegneria genetica, i confini su cui operare delle variazioni sono grandemente allargati, per cui anche le mutazioni non sono più solo teoria ma un fatto, e quindi la loro accettazione non rappresenta più un problema. Il problema, invece, si presenta quando ci accostiamo alla macroevoluzione; vale a dire alla teoria secondo la quale tutte le specie esistenti hanno avuto origine da un'unica forma di vita. Secondo me questa teoria, a differenza della microevoluzione, è in contrasto con quanto afferma la Bibbia; non solo, ma vorrei mostrarvi che è in contraddizione anche con gli attuali canoni scientifici. E' bene trattare quest'argomento, anche se non approfonditamente giacché la nostra non è una lezione di scienze, perché dobbiamo essere coscienti che questo è stato il campo di battaglia più duro tra scienza e Bibbia.

Nelle scuole s'insegna la macroevoluzione, quindi i nostri figli crescono pensando che ciò che la Bibbia dice non sia realistico. Dobbiamo, però, onestamente riconoscere che Genesi lascia una certa autonomia al mondo naturale. Per esempio nel primo capitolo Dio dice: "Faccia la terra germogliare la verdura, le erbe che facciano seme e gli alberi da frutto che portino sulla terra un frutto contenente il proprio seme, ciascuno secondo la propria specie ". Ed anche: " Produca la terra esseri viventi secondo la loro specie, bestiame, rettili e fiere della terra, secondo la loro specie ". In questi casi, sembra proprio che Dio abbia affidato ad un processo naturale, la capacità di produrre le molte varietà di razze che popolano la terra. Naturalmente tutto questo deve essere messo in armonia con un'altra frase, che è ripetuta non due, ma ben dieci volte in questo capitolo: "Secondo la loro specie ". Questa precisazione della Bibbia sembra porre dei precisi confini al processo di variazione naturale. Con ciò possiamo affermare che in Genesi uno può essere implicita l'accettazione della microevoluzione, ma non della macroevoluzione.

Un'altra cosa da tenere presente, è che la parola biblica "specie" si riferisce ad un insieme più grande di quello dell'analogo termine scientifico. L'evoluzione sostiene che tutti gli esseri viventi che oggi popolano la terra, provengono da un'unica forma di vita primordiale, e che hanno assunto le varie forme che oggi possiedono, grazie a cambiamenti graduali o improvvisi, che ne hanno modificato le caratteristiche. Ovviamente possiamo avere conferma di questa teoria solo consultando il registro dei fossili; che è l'elenco dei resti delle più antiche forme di vita, preservati nelle varie stratificazioni del terreno. Questo registro, che dovrebbe confermare la teoria della macroevoluzione, è quello che ne mina le basi. Parlando in termini geologici, i vari gruppi d'animali, non fanno la loro apparizione sulla terra in lunghi intervalli; ma quasi all'improvviso appaiono tutti insieme.

Un'altra sorprendente evidenza è che, sia le forme di vita più semplici, come quelle più complesse, appaiono entrambe nello stesso periodo. Ora, ovviamente, se la teoria evoluzionistica fosse esatta, le forme di vita più semplici dovrebbero precedere di molto quelle più complesse; però la realtà non è questa. Il terzo fatto contrastante è che non è ancora stato ritrovato nessun fossile che possa essere considerato una via di mezzo tra una specie ed un'altra; ma tutti formano dei gruppi ben distinti. Addirittura, alcuni fossili ritrovati sono in pratica identici a quelli ancora oggi in vita, e quindi su di loro non è avvenuto neanche un cambiamento; benché siano trascorsi tempi lunghissimi.

E' una notizia recente quella del ritrovamento di un pesce in Africa meridionale, che si credeva estinto alcuni milioni d'anni fa, ed invece era ancora vivo ed uguale a quelli fossili; e com'è facile supporre, questa notizia ha suscitato scalpore nel mondo scientifico. Potremmo parlare ancora d'altre evidenze contro l'evoluzione, ma penso che basti affermare che i fossili non la confermano per niente, per cui ci sono delle lacune enormi in questa teoria che ne pregiudicano molto l'attendibilità. Naturalmente, nel corso del tempo, ci sono stati sia dei cambiamenti graduali come anche improvvise mutazioni; ma si sono dimostrate dannose o perfino letali ai loro portatori, che in breve si sono estinti. La ricerca genetica di questi ultimi anni ha addirittura dimostrato che i geni sono tra le cose più stabili dell'intero universo; perciò sono in grado di mantenere una specie senza variazioni nel corso del tempo.

In ogni modo il vero danno non è stato causato tanto dalla teoria in se stessa, quanto dall'aver incluso in quel processo anche la razza umana. Il primo libro di Darwin scritto nel milleottocentocinquantanove ed intitolato " L'origine della specie" trattava unicamente di piante ed animali, per questo non scosse più di tanto l'opinione pubblica. Il secondo libro, invece, scritto dieci anni dopo ed intitolato " La discesa dell'uomo", suscitò grande scalpore perché sosteneva che anche la razza umana aveva seguito lo stesso processo evolutivo delle altre specie.

Naturalmente questo portò uno sconvolgimento in primo luogo all'interno della chiesa; ed un vescovo immediatamente sfidò Darwin ad un dibattito nell'università di Oxford. Ora anche se Darwin non disse mai che gli uomini discendono dalle scimmie, ma che entrambi hanno una comune origine, ugualmente questa teoria fu subito considerata opposta alla fede cristiana; che vede l'uomo come speciale e diretto atto creativo di Dio. La teoria che l'uomo discende dalle scimmie ha avuto origine dalla considerazione di quattro caratteristiche umane simili alle loro; la prima delle quali è senz'altro la somiglianza fisica. A questo proposito ricordo che quando portai per la prima volta i miei figli allo zoo e videro gli oranghi, subito ci fornirono i nomi delle persone cui secondo loro somigliavano; e devo affermare che furono abbastanza corretti nella loro analisi. Tutto questo dimostra ancora di più che vi sono notevoli affinità tra umani ed animali; anche se rimangono delle differenze molto nette.

La seconda caratteristica che ha fatto pensare alla discendenza dagli animali, è rappresentata dagli organi vestigiali. Questi organi sono le parti del nostro corpo che in quei giorni si ritenevano inutili per l'uomo, ma che hanno una qualche funzione negli animali, per cui potevano essere pensati come eredità. Nel passato era stata compilata una lista contenente ben centoventi tali organi, tra i quali era compresa, ovviamente, la coda; e giacché noi oramai non scodinzoliamo più chiaramente sembrava essere superflua per gli umani, così come l'appendice. Questa lista oggi si è ridotta a tre o quattro organi, e se tutto continuerà così, tra poco sarà completamente vuota. Quella piccola coda che abbiamo, oggi sappiamo che non è più inutile, ma anch'essa è lì per uno scopo ben preciso.

Un altro argomento usato dagli evoluzionisti, a prova della loro teoria, è la forma del feto. E' stato scoperto che durante le prime settimane di gravidanza, quando il feto si sta ancora formando, quello umano somiglia notevolmente all'embrione di un pesce. Secondo alcuni evoluzionisti, il feto umano in quel periodo, starebbe rivivendo l'intero ciclo evolutivo della nostra specie. Le rughe che i nostri feti hanno dietro la testa, simili a quelle dell'embrione dei pesci, sarebbero le branchie che avevamo in tempi lontanissimi, e così nell'arco dei nove mesi, secondo tale teoria, noi passiamo dalla forma acquatica a quella terrestre, per poi diventare finalmente uomini. In questo caso però dobbiamo dire, che le rughe che presentano i pesci, faranno poi parte del loro apparato respiratorio, mentre quelle degli uomini diventeranno orecchie; per cui è molto più logico pensare che si tratti solo di pura somiglianza e nient'altro.

Degli argomenti di cui abbiamo parlato fin qui a sostegno dell'evoluzione, oggi non ne resta alcuno pienamente attendibile, per cui l'ultima parola torna ancora all'analisi dei fossili. In pratica a questo punto la scienza deve stabilire, attraverso lo studio dei resti d'uomini preistorici, se la loro origine è comune a quella degli animali oppure no. Innanzi tutto vediamo di rispolverare ciò che dice la Bibbia: l'uomo è stato creato dalla polvere, mentre la donna viene dall'uomo, entrambi portano l'intera immagine di Dio e sono il frutto di un suo speciale atto creativo. Ovviamente tutto questo significa che non veniamo dagli animali attraverso un lungo processo di cambiamenti, per cui ci troviamo di fronte ad un problema di compatibilità. Ora, se proviamo a addentrarci un po' di più in questa scienza, scopriamo che la razza umana appartiene tutta ad una specie ben precisa, chiamata "homo sapiens". Possono esserci ancora dei problemi per quanto riguarda le date, ma non per la sua distinzione dal resto. Addentrandosi un po' di più nell'era preistorica, possiamo trovare anche altre specie d'uomini che non sono più "homo sapiens", ma specie diverse che si sono poi estinte. Secondo la scienza, le origini dell'homo sapiens risalirebbero a circa trentamila anni fa, ma ci sarebbero state altre specie, come per esempio quella dell'uomo di Nehandertal, che avrebbe vissuto tra quarantamila e centocinquantamila anni fa. Questo non sarebbe altro che il più giovane degli uomini preistorici, infatti, l'homo Swanscombe si sostiene che sia vissuto duecentomila anni fa, e l'homo erectus circa trecentomila anni fa, mentre l'australopiteco, ben cinquecentomila anni fa. I più famosi ricercatori in questo campo sono i Leakey padre e figlio, i quali dicono di aver trovato dei resti, nella gola di Olduvai, in Africa, di un uomo che risalirebbe a due milioni e mezzo d'anni fa, mentre il figlio n'avrebbe trovato un altro risalente addirittura a quattro milioni d'anni fa. A questo punto viene da chiedersi, come cristiani, cosa si debba pensare di tutto ciò, dato che quel che abbiamo detto non lega molto bene con ciò che invece spiega la Bibbia al riguardo. Io credo che prima di dare una qualsiasi risposta, sia bene chiarire ancora alcuni aspetti: il primo dei quali è che non è ancora stato trovato nessun fossile che sia una via di mezzo tra una scimmia ed un uomo.

Una delle differenze che vi sono tra uomini e scimmie riguarda la dentatura, che è molto diversa tra i due, un'altra, invece, la forma del piede, che nelle scimmie poggia sul terreno in due punti, mentre negli uomini in tre. Per questo gli uomini hanno una migliore stabilità in posizione eretta, e possono percorrere distanze maggiori senza stancarsi. Non è mai stato trovato nessun fossile che poggi il suo piede su due punti e mezzo, o che abbia la dentatura che sia una via di mezzo tra le due, per cui, manca l'anello di congiunzione tra le due specie. Un'altra cosa importante è che la scienza non afferma che gli uomini preistorici siano i nostri diretti antenati, giacché nel registro dei fossili essi appaiono e poi scompaiono. La specie più recente, che è l'uomo di Nehandertal, si è estinta diecimila anni prima che apparisse l'homo sapiens.

Un'altra cosa molto importante è costituita dal fatto che questi uomini non sembrano il frutto di un'evoluzione darwiniana, perché l'uomo più vecchio che sia stato ritrovato, e che risale a quattro milioni d'anni fa, ha il cervello più sviluppato, ed una posizione più eretta di quelli che lo hanno seguito. Tutto ciò ci dice anche che i disegni che appaiono sui libri di testo scolastici dei nostri figli, dove si vede una scimmia che piano piano prende sempre più forma eretta, e somiglia sempre più ad un uomo, con cervello sempre più sviluppato, non sono sostenuti da nessuna teoria scientifica; anche se purtroppo sono piuttosto comuni da trovare. L'antropologia odierna si trova nel caos totale, ed io penso che sia meglio lasciarla nel suo disordine, senza dare nessuna risposta finché non vi sia chiarezza, e vedrete che una volta che le origini dell'uomo saranno svelate, anche la scienza sarà più vicina a ciò che dice la Bibbia.

Per quanto riguarda gli uomini preistorici, credo che al loro riguardo possano essere formulate solo queste cinque ipotesi; e come sempre potrete scegliere quella che più vi piace. La prima ipotesi è che la scienza stia sbagliando tutto; e questo è abbastanza facile a dirsi, per chi non vi abbia mai avuto che fare. Io però, che ne ho studiata un po', non me la sento di definire tutti gli scienziati un branco di pazzi che stanno ingannando se stessi. In Inghilterra, alcuni anni fa, qualcuno disse di aver trovato la mascella di un uomo preistorico, in seguito fu scoperto che non si trattava della mascella di un uomo, ma di un maiale. Quella scoperta si rivelò poi nient'altro che una frode, per cui molti cristiani pensarono di aver ragione a credere che l'inganno non si limitasse solo a quel caso, ma che fosse generalizzato. A queste persone bisogna però dire, che coloro che in quel caso scoprirono la frode non furono dei cristiani, bensì degli scienziati, per cui, se riconosciamo a loro la possibilità di accertare la verità, dobbiamo anche ammettere che hanno gli strumenti adatti per farlo. Per quel che mi riguarda, conosco troppi scienziati credenti ed onesti, per cui non sono nelle condizioni di scegliere quest'ipotesi. Devo anche dire, che appunto per questa ragione, non la ritengo una scelta valida.

La seconda ipotesi è di ritenere falsa la Bibbia, ed anche in questo caso non mi sento in linea con tale scelta, per cui le prime due ipotesi, per quanto mi riguarda, sono assolutamente da scartare. La terza, è che l'uomo preistorico non sia quello biblico, ma un essere che Dio ha creato prima di noi, e che fisicamente era molto simile a noi, ma non portava in sé l'immagine di Dio, per cui, non era un essere spirituale. Verrebbe da pensare che Dio stesse collaudando il corpo umano, facendo qualcosa che somiglia ai nostri esperimenti. In questo caso sarebbe fuori luogo anche chiamarli uomini preistorici, più appropriato sarebbe invece: animali primitivi simili all'uomo.

La quarta ipotesi è quella che vede l'uomo preistorico come quello che diventò uomo biblico. In altre parole Dio potrebbe aver creato questi uomini dalla polvere della terra, e solo in seguito, dopo lungo tempo, aver soffiato in loro lo spirito. Anche se questa potrebbe essere un'ipotesi, personalmente penso che si debba allargare un po' troppo il linguaggio biblico per permettergli questa possibilità. Inoltre questa ipotesi fa sorgere anche la domanda se Dio abbia dato lo spirito ad un solo uomo, oppure lo abbia concesso a tutti quelli che siano vissuti in quel tempo; e se lo diede ad uno solo, perché gli altri non esistono più? L'ultima ipotesi è che l'uomo preistorico fosse realmente l'uomo biblico, per cui Adamo sarebbe molto più vecchio di quanto sembra. A questo punto, se vogliamo una risposta, dobbiamo sceglierla tra una di queste cinque ipotesi, a meno che non vogliamo chiudere gli occhi e far finta di niente. Io però penso che non vi sia assolutamente bisogno di dare una risposta, perlomeno finché l'antropologia non saprà essa stessa cosa credere. L'attuale caos in cui si sta dibattendo tale scienza, dovrebbe indurci a non prendere troppo sul serio le conclusioni cui, per ora, gli studiosi sono giunti. C'è ancora troppa incertezza tra gli scienziati, quindi, per quanto mi riguarda, penso sia fatale cercare di affiancare la Bibbia ad una moda scientifica passeggera. Io penso che tra qualche decennio ancora sarà fatta più luce su questo caso, quindi sarò paziente ed aspetterò.

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05/01/2009 21:33
 
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La teoria dell'evoluzione, ha portato molto più danno in campo morale che in quello scientifico, infatti, per ora, è responsabile di almeno venti milioni di morti. Ormai non è più solo la teoria delle origini, ma è diventata la dottrina socio-politica dei nostri tempi, ed è in questi aspetti che ci colpisce molto più profondamente. Il fatto che io creda, di discendere dalle scimmie, al massimo può farmi sentire orgoglioso di ciò che siamo riusciti a diventare. Socialmente, però, ha influito ben più in profondità sulla mia vita; infatti, è per causa sua, se nel millenovecentoquaranta sono stato privato della famiglia. Fu a causa della sua applicazione in campo socio-politico, attraverso le teorie del filosofo Nietzsche (l'uomo che influì decisivamente sulla mente di Hitler), che scoppiò la seconda guerra mondiale, causando milioni di morti. L'ideologia secondo la quale i forti sopravvivono ed i deboli muoiono, i ricchi se la cavano ed i poveri scompaiono è rimasta con noi, ed assume molte forme diverse; può chiamarsi: fascismo, comunismo, capitalismo, ma si tratta sempre delle tante sfaccettature di una sola teoria.

La competizione e la lotta politica sono figlie di Darwin, ed anche se interpretate in varie chiavi continuano ad influire profondamente sulle nostre vite; e questo è un aspetto molto serio della faccenda, anche perché opposto alla veduta cristiana. Il pericolo maggiore è nato dal pensiero che anche tutta la nostra società fosse soggetta alla stessa legge, per cui anch'essa si troverebbe in una fase d'evoluzione. "Se abbiamo già percorso tutta la strada che ci separa dalle scimmie, ovviamente possiamo anche proseguire verso mete più alte". Questa è l'idea che ha ammaliato la società del ventesimo secolo. Nei primi anni di quest'era, un ministro inglese vinse le elezioni con questo slogan: "Su, su, ed ancora su; avanti, avanti ed ancora avanti". Peccato che, sia i mezzi, sia le mete, che la nostra società si prefiggeva, abbiano portato alle soglie del ventunesimo secolo, con la preoccupazione per la sopravvivenza; piuttosto che il piacere di aver vissuto il secolo migliore che sia esistito.

Ovviamente in quei calcoli c'era qualcosa di sbagliato, ed ora, dopo due guerre mondiali, ce ne stiamo rendendo conto tutti quanti. La natura umana non sta migliorando! Specialmente quando non crede più in Dio. Per questo Darwin, forse intuendo ciò che sarebbe potuto accadere, alla fine della seconda edizione del suo libro espresse la speranza che gli uomini avessero la forza di continuare a credere in Dio, quale artefice del processo d'evoluzione. Questa, però, fu solo una postilla, aggiunta a causa delle proteste che si levarono, perché nella prima edizione Dio non era mai stato nemmeno nominato. In quei giorni anche i testi scientifici dovevano fare spesso riferimento a Dio, perché la teologia era considerata la regina delle scienze. Ciò che però, anche in quel caso Charles stava facendo, non era altro che avallare la filosofia deista, secondo la quale Dio ha creato tutto, ma ora non controlla più niente.

Se studiassimo la vita di Darwin, ci troveremmo davanti ad un uomo che fuggiva Dio. Allevato in una famiglia benestante, ricevette un'educazione cristiana, nonostante l'ateismo del nonno. Purtroppo non aveva un buon rapporto con suo padre, per cui, come spesso accade, di riflesso ebbe una cattiva relazione anche con il proprio Padre celeste. Suo padre voleva che studiasse per diventare medico, quindi lo mandò all'università di Edinburgo; ma come studente era molto pigro, anche a causa della disponibilità di denaro che aveva, per cui non riuscì a superare gli esami e dovette tornare a casa. Era consuetudine, in quei giorni, che quelli che non riuscivano negli studi intraprendessero la carriera di ministri nella chiesa anglicana; e fu la sorte che toccò anche a Charles: studiare teologia a Cambridge. L'istruzione che allora era impartita in quell'università, era di tipo deista, e non teista come vorrebbe la Bibbia, in ogni modo anche in quel caso fu un pessimo studente: era un donnaiolo e giocava d'azzardo; quindi, non riuscì nemmeno in teologia. Alla fine della sua carriera di studente, Charles, non credeva più nell'Antico Testamento, anche se diceva di continuare a prestare fede nel nuovo. Questa è però una situazione che non può durare a lungo, perché il non credere più in una parte della Bibbia, ti porterà inesorabilmente a non credere più in nessun'altra parte di essa. Un giorno Darwin sentì parlare di una nave che faceva il giro del mondo per studi naturalistici, e così decise di imbarcarsi insieme con un suo amico di Cambridge che era cristiano. Al loro ritorno, Charles Darwin scrisse il famoso libro: "L'origine delle specie". Da quel momento non parlò più con nessuno di religione, anche se sua moglie ed i figli erano cristiani. La perdita della fede fu accompagnata anche dalla perdita della salute. Charles fu un uomo malato per il resto dei suoi giorni, non solo, ma perse anche l'interesse per la bellezza insita nella natura, per la poesia, ed addirittura per la musica; è una storia molto triste. Forse si rese conto di ciò che aveva fatto quando un suo professore di Cambridge definì il suo libro: "Una porzione di marcio materialismo ben cotto, e servito per renderci indipendenti dal nostro Creatore".

Dopo alcuni anni, anche Darwin ammise che il motivo principale per cui scrisse quel libro era appunto quello di renderci indipendenti da Dio, perché ormai non ne avevamo più bisogno; era arrivato finalmente il momento in cui potevamo evolvere da soli. Da allora l'umanità ebbe una forte spinta ad indirizzare la propria fede nell'uomo anziché in Dio, e nacque così l'umanesimo. L'effetto di tale spostamento fu inverso a quello sperato, infatti, anziché avanzare verso una società più umana, c'incamminammo verso una società più bestiale. La teoria darwiniana dà particolare risalto alla lotta per la sopravvivenza che, nel mondo animale, seleziona i più forti a scapito dei più deboli. Quella lotta è un bene che esista, perché elimina gli esemplari più deboli e preserva i più sani e forti per la conservazione della specie.

Alcuni anni prima che Darvin pubblicasse il suo libro, ne uscì uno scritto da un prete della chiesa anglicana. Quel prete, preoccupato già da allora per il boom demografico, affermava che sia le guerre sia le carestie sono cose positive. Secondo il suo pensiero, esse non farebbero altro che eliminare le persone più deboli dalla terra, per cui porterebbero allo stesso risultato cui porta la lotta per la sopravvivenza tra gli animali, in questo caso, però, a beneficiarne sarebbero gli esseri umani. Secondo il suo modo di ragionare non era necessario prendersi cura dei più deboli, ma al contrario, la guerra dei forti contro i deboli non doveva essere ostacolata, perché era un mezzo per ottenere un'umanità superiore. Cominciate a rendervi conto dell'effetto di tale pensiero sugli uomini del nostro secolo? Mussolini era totalmente convinto di questa idea, egli odiava la pace perché non era una cosa buona; con il suo intervento sarebbero stati rimossi molti deboli dalla terra, lasciandovi invece gli italiani che sono tra i più forti, e che proprio attraverso la guerra avrebbero potuto dimostrarlo.

Il sogno Hitleriano della razza superiore aveva la stessa origine; come dimostrò il suo libro "Meine kampf", scritto in prigione. Dietro di lui c'era la mente di Friedrich Wilhelm Nietzsche, il filosofo precursore del fascismo e del nazionalsocialismo, colui che disse: "Vorrei essere salvato se solo i cristiani apparissero più salvati". Così fatalmente tutti gli europei si trovarono impegnati in guerre per colonizzare l'Africa, che era considerata terra popolata da razze inferiori; mentre il mondo apparteneva agli europei, che erano superiori. Non fu solo l'Africa a soffrire per questa follia omicida, anche l'Australia, per mezzo dei colonizzatori inglesi, ebbe una sorte analoga. In Tasmania, ad esempio, vivevano delle popolazioni aborigene, che erano considerate ad un gradino molto basso sulla scala dell'evoluzione, e perciò ritenuti a malapena umani. Così gli inglesi, per fare un po' di sport, andarono a caccia d'aborigeni, fin quando non li ebbero uccisi tutti.

Anche questo è stato un frutto del pensiero evoluzionista, così come le terribili guerre combattute per lo stesso principio in Africa. Oltre a quelle che abbiamo citato vi sono state, e vi sono anche oggi, altre gravi conseguenze di questo pensiero: mi riferisco particolarmente all'idea di competizione che è entrata nel mondo degli affari. La teoria di base del moderno capitalismo afferma che è meglio che i deboli muoiano per lasciare il posto ai più forti. Seguendo questo principio alcuni grandi sono diventati sempre più grandi, monopolizzando intere aree di mercato e riuscendo spesso ad imporre le loro regole anche ai governi d'alcuni paesi. Questo è il mondo in cui noi tutti stiamo vivendo; anche per merito delle dottrine darwiniane. L'America settentrionale è il luogo dove questo principio è stato più largamente applicato al mondo degli affari. E' successo la prima volta con le compagnie ferroviarie, che nel secolo scorso si contavano in gran numero, e che, per effetto di tale lotta, si sono drasticamente ridotte di quantità, lasciando l'intero territorio sotto la gestione di pochi grandi. Penso che un caso limite di questo stile di vita sia rappresentato da John Davison Rockfeller che, uomo spregiudicato negli affari, ha avuto un grandissimo successo, schiacciando senza alcun rispetto tutti i suoi concorrenti. La cosa più incredibile è che era anche monitore in una scuola domenicale, ed insegnava ai bambini che la sopravvivenza del più forte è un insegnamento biblico. Il suo concetto di società competitiva, che è comune anche ad altri personaggi del proprio stampo, è che i ricchi devono arricchire, mentre i poveri impoverire, ed è ciò che puntualmente avviene, perché alcune persone riescono sempre ad avere un vantaggio sugli altri.

Inutile sostenere che anche questi casi sono opposti agli insegnamenti cristiani. E' incredibile come una stessa teoria possa essere approvata anche da ideologie addirittura opposte; com'è accaduto in questo caso, dove anche Karl Marx ha trovato la base per la sua storica lotta. Secondo la dottrina capitalista i più forti sono i ricchi, mentre per quella comunista sono i proletari, ma nella Russia, dove la parola "lotta" era la preferita, era addirittura obbligatorio leggere le opere di Darwin. Se facciamo una ricerca sul perché in certi ambienti questa parola sia usata così spesso, scopriremo quasi certamente che è a causa del suo legame con l'evoluzionismo. Così fatalmente, sotto il regime stalinista furono assassinate ben ottanta milioni di persone perché non erano considerate degne di vivere; quest'orribile sterminio è in pratica sconosciuto alla maggioranza.

Oggi ci troviamo così di fronte ad una scelta: vogliamo vivere in una società competitiva, dove si lotta per l'esistenza personale o del proprio gruppo, cercando sempre di sconfiggere la concorrenza; oppure una società che ama e che si prende cura degli altri, dove il più forte si preoccupa del più debole ed il ricco del povero? Nietzsche aveva un'idea ben precisa in proposito, che trovava la sua ragione nella parola "selezione"; la chiave dell'evoluzionismo. Lui affermava che il cristianesimo altera il principio della selezione naturale, perché attribuisce ai deboli lo stesso valore che hanno le persone più forti. Secondo il suo pensiero, agendo con questo principio, si rovina l'intero processo d'evoluzione, facendo correre all'umanità il rischio di degenerare, invece di perfezionarsi. In altre parole lui affermava che era un male curare i malati, sarebbe stato molto meglio per tutti lasciarli morire, così si sarebbe evitato che potessero riprodursi indebolendo la razza umana. Per questo in Germania i malati di mente, così come le persone più anziane, erano messe a morte. A questo scopo servivano anche i campi di sterminio; per liberarsi dei più deboli.

Su una cosa Nietzsche però aveva ragione: lo spirito del cristianesimo è contrario a quello della selezione naturale. Per Gesù tutte le persone hanno pari valore, ed è per il suo insegnamento se i cristiani si sono prodigati nella cura dei più deboli. I primi ospedali, così come gli orfanotrofi ed i centri per la cura delle malattie mentali, sono stati costruiti da cristiani, in ubbidienza al mandato di Gesù. L'Inghilterra attualmente (ott. 92) sta attraversando una crisi politica a causa della decisione di chiudere metà delle miniere di carbone. Questa decisione costerebbe il posto di lavoro a ben trentasettemila operai. Nel mio paese esistono interi villaggi la cui economia è basata quasi esclusivamente sull'industria per l'estrazione del carbone; per cui, se questo progetto sarà attuato, intere comunità rischieranno di non avere più di che vivere. Tutto ciò è dovuto al fatto che da qualche tempo si stava estraendo carbone che non veniva utilizzato; si spendevano quindi enormi somme di denaro per niente. Questo però è solo il problema apparente, dietro di esso si nasconde un'altra realtà ben più inquietante, e che ha, anch'essa, a che fare con la teoria dell'evoluzione.

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Come abbiamo già detto, noi stiamo vivendo in una società competitiva, quindi se possiamo trovare carbone ad un prezzo minore di quello che ci costa produrlo, è conveniente comprarlo su quel mercato. Per questo motivo l'Inghilterra acquista carbone economico dall'America meridionale. A questo punto viene da chiedersi come mai, costi meno comprarlo laggiù, e portarlo fino in Inghilterra, di quanto costi estrarlo in loco. La risposta è piuttosto semplice: perché in America meridionale sono le donne ed i bambini a lavorare nelle miniere per un salario minimo. Nel diciannovesimo secolo, anche in Inghilterra donne e perfino bambini di sei anni, passavano fino a sedici ore il giorno nelle miniere. Fu per mezzo di un Lord cristiano e del suo impegno a favore di queste categorie, che il governo dovette varare una legge che vietava di usare quel tipo di manodopera. Questa decisione fece alzare il prezzo del carbone, ma è senz'altro meglio spendere qualche soldo in più piuttosto che trattare in quel modo le nostre donne ed i nostri figli. Quella era una società che amava e curava, oggi purtroppo siamo tornati indietro, e preferiamo far cadere in povertà migliaia di persone, sfruttando il lavoro di bambini e di donne, solo perché è economicamente conveniente. Le agitazioni che sono in corso dimostrano però che c'è ancora una minoranza che si ribella contro questo stato di cose, e che rivendica una società che ama, a loro non interessa la competizione, ma la fratellanza.

Tutti questi guasti alla società del ventesimo secolo sono l'eredità che ci ha lasciato Darwin con le sue teorie. I cristiani hanno però il dovere di ricercare una società che ha cura degli altri, e devono dimostrare nelle loro comunità un tipo d'alleanza alternativa all'attuale, dove i deboli hanno veramente lo stesso peso dei potenti, ed i malati quello dei sani; perché questo è il modo di pensare di Dio. Recentemente sono venuti da me alcuni zingari, pregandomi di rivolgermi a loro nome presso le autorità, perché gli sia permesso di fare una campagna d'evangelizzazione per portare altri zingari a Cristo. Questo perché nessuna città inglese permette d'avere grandi raduni di nomadi, giacché sono molto prevenuti nei loro confronti, e quindi li rifiutano. Anche in questo caso abbiamo una dimostrazione della grazia di Dio, perché quelli che gli uomini rifiutano Dio li ama, ed oggi assistiamo un gran risveglio in queste comunità. Hitler mandava gli zingari nelle camere a gas, Dio, invece, li sta accogliendo in cielo.


CAPITOLO TRE

Or il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che l'Eterno Iddio aveva fatto; ed esso disse alla donna: "Come! Iddio vi ha detto: non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino?" E la donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Iddio ha detto: non ne mangiate e non lo toccate, che non abbiate a morire". E il serpente disse alla donna: "No, non morrete per niente; ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s'apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male". E la donna vide che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi, che era bello a vedere, e che l'albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne dette anche al suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.

Allora si apersero gli occhi ad ambedue, e s'accorsero che erano ignudi; e cucirono delle foglie di fico, e se ne fecero delle cinture. E udirono la voce dell'Eterno Iddio il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino. E l'Eterno Iddio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?" E quegli rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perché ero ignudo, e mi sono nascosto". E Dio disse: "Chi ti ha mostrato che eri ignudo? Hai tu mangiato del frutto dell'albero del quale io t'avevo comandato di non mangiare?" L'uomo rispose: "La donna che tu mi hai messo accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io n'ho mangiato". E l'Eterno Iddio disse alla donna: "Perché hai fatto questo?" E la donna rispose: "Il serpente mi ha sedotta, ed io ne ho mangiato ". Allora l'Eterno Iddio disse al serpente: "Perché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre, e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno". Alla donna disse: "Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figliuoli; i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te". E a Adamo disse: "Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell'albero circa il quale io t'avevo ordinato: non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l'erba dei campi. Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai".

E l'uomo pose nome Eva alla sua moglie, perché è stata la madre di tutti i viventi. E l'Eterno Iddio fece a Adamo e alla sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì. Poi l'Eterno Iddio disse: "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto a conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo". Perciò l'Eterno Iddio mandò via l'uomo dal giardino d'Eden, perché lavorasse la terra donde era stato tratto. Così egli scacciò l'uomo; e pose ad oriente del giardino d'Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell'albero della vita.

E' sicuramente un bene che oggi i padri possano essere presenti alla nascita dei loro figli, e che si rendano conto di quanta sofferenza ciò comporti. Proprio in questo caso, però, ciò che ha generato il figlio, vale a dire il concepimento, al contrario del parto è stato un gran piacere. Non capisco perché, nell'occasione di una nascita, le persone si congratulino con il padre, quando il suo contributo si è risolto nel giro di pochi minuti ed è stato anche molto piacevole. Più logico sarebbe invece congratularsi con la madre, infatti, è stata lei ad avere nove mesi di problemi, più ore ed ore di sofferenza. Si tratta di un fatto della vita, e l'esistenza è dura, anche il nostro lavoro è duro; noi lottiamo e sudiamo ogni giorno, perché il nostro lavoro è una lotta costante.

Ricordo che in un'intervista fatta dalla televisione, fu chiesto ad un giovane quale fosse il suo più gran desiderio. Il giovane mi stupì perché, senza esitazione, rispose che il suo desiderio più grande era andare in pensione al più presto possibile. Lo stupore stava nel fatto che egli aveva solo ventidue anni, e questo mi fece riflettere sulla realtà che il lavoro per molti di noi può essere davvero un'esperienza assai infelice. Molti di noi lavorano solo perché altrimenti non avrebbero di che vivere, ed in questi casi non è assolutamente possibile goderlo; e forse è proprio per questo che è pagato. E' proprio così, la nostra esistenza è difficile, ed a renderla ancora meno gradevole è il traguardo ultimo d'ogni vita; vale a dire la certezza della morte. La morte è certa, puoi profetizzare sicuramente sulla fine di chiunque, sia esso ricco o povero, re o mendicante, tutti moriranno. La morte arriva sempre molto velocemente, molti di noi cercano con ogni mezzo di rimandarla più che possono; ma essa è sempre inesorabile. Tra i presenti in questa sala c'è una persona che sarà la prossima a morire; forse non sarà il più anziano, potrebbe addirittura essere il più giovane, ma cesserà di vivere. In Inghilterra si ricorda che nella vita ci sono solo due cose certe: la morte e le tasse.

Tutto ciò ci riporta ai tre fatti della vita riportati nel capitolo di Genesi che stiamo esaminando, vale a dire: la nascita dolorosa, l'esistenza dura e la morte certa. Siamo davvero in un bel mondo. Esaminando il primo capitolo, dobbiamo affermare che Dio non voleva nessuna di queste cose, anche se ormai fanno parte della vita di oggi. Qualcuno potrebbe addirittura concludere che la nostra esistenza sia più un frutto della maledizione, che della benedizione divina. C'è chi sostiene che attorno a noi è più il male che il bene a vincere. Questi temi sono stati oggetto di profonda attenzione da parte di molte religioni, che in genere sono giunte a conclusioni anche molto diverse l'una dall'altra. Alcune di esse affermano che nell'universo vi sono dei buoni e cattivi; per cui, le cose buone vengono dai buoni, mentre le cattive dagli altri.

La Bibbia non dà questa spiegazione, perché ciò prevedrebbe un dio pasticcione che crea il male, il dolore e la morte. Il problema dell'esistenza del male è vecchio quanto l'uomo, intere generazioni di filosofi hanno discusso sulla sua origine. Il terzo capitolo di Genesi ci presenta tre fatti molto importanti sull'origine del male, e per prima cosa afferma che non è sempre esistito, e che se ora si trova qui dobbiamo considerarlo un intruso; infatti, non vi si trovava nel principio. Un'altra cosa ancora ci fa notare Genesi: ed è che il male non ha avuto origine nell'uomo, ma altrove; sono stati gli angeli che per primi si sono ribellati a Dio, e che poi ci hanno coinvolto nella loro ribellione. Il male prima di essere sulla terra era nel cielo, ed è arrivato fino a noi attraverso il serpente di Genesi tre. L'originale serpente era già un ribelle quando convinse gli esseri umani ad unirsi alla sua causa; quindi, il male, non è parte della nostra natura fisica.

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Una cosa molto comune tra i filosofi greci era il pensiero che il male venisse dalla nostra carnalità, per cui credevano che tutto ciò che è umano fosse malvagio, e tutto ciò che è spirituale fosse buono. Purtroppo il nostro pensiero occidentale moderno è molto più influenzato dalla cultura greca, che da quell'ebraica, e quindi riflettiamo il loro modo di pensare. Nella cultura ebraica invece anche l'aspetto materiale della nostra esistenza è buono, perché Dio ha creato anche il mondo fisico, e lo ha creato privo di cattiveria. Credere che la nostra esistenza fisica sia sinonimo d'impurità, è un concetto del tutto alieno alla Bibbia, e vorrei farvi alcuni esempi. Una volta fui invitato a pranzo da una famiglia; quando la tavola fu pronta, ed emanava un profumo che faceva venire l'acquolina in bocca a tutti, i padroni di casa m'invitarono a recitare la preghiera di ringraziamento. Si trattava di persone un po' troppo spirituali che sicuramente si aspettavano una lunga preghiera densa d'elevati contenuti. Io però non sono un gran "santo", forse ve ne siete accorti tutti, e quindi chiusi gli occhi e dissi: "Signore il cibo è pronto per noi, noi siamo pronti per il cibo, grazie di tutto". Il capofamiglia mi guardò inorridito, forse pensò: "Sarebbe questo l'uomo di Dio?". Ai suoi figli, invece, piacqui subito moltissimo, e le loro facce dicevano: "Se questo è cristianesimo allora fa per noi".

Io non rovinerei mai un ottimo pasto con lunghe preghiere, perché sarebbe poco spirituale, capite ciò che voglio dire? Gli ebrei, ad esempio, hanno un libro che contiene le preghiere per tutta la settimana, tra le quali ce n'è una molto bella che deve essere recitata quando si va al gabinetto. Con essa si loda il Signore perché il nostro corpo sta funzionando bene, e dopo si ringrazia perché ci sentiamo meglio. A noi occidentali però sembra una barzelletta; ma perché ragioniamo così diversamente? Di nuovo dobbiamo riconoscere che siamo greci nel nostro modo di pensare. Io sono stato in molti gabinetti cristiani, ed in alcuni di essi ho trovato versetti biblici attaccati dappertutto; ma mai, in nessuno, ne ho trovati attinenti a ciò che sto facendo in quel momento. Noi ridiamo a questo pensiero, ma quando invecchieremo, ed il nostro corpo non funzionerà più bene, allora rimpiangeremo di non aver lodato il Signore quando tutto procedeva ancora perfettamente.

Può sembrare paradossale, ma questa è la vera spiritualità, perché Dio ha creato anche il nostro corpo, e s'interessa a tutti gli aspetti della vita. Secondo il pensiero greco però non è così, occuparsi delle cose fisiche non è spirituale. Personalmente ritengo molto importante sbarazzarsi di questa idea totalmente sciocca; il fatto di appartenere al mondo fisico non è di per se stesso "male". Il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, quindi possiamo senz'altro ringraziare Dio per esso e per tutto ciò che c'è concesso di fare usandolo. I greci, oltre a questo, erano soliti anche dividere tra le cose "sante", e quelle "secolari". Inutile affermare che anche questa divisione è totalmente sbagliata, secondo il pensiero biblico. Non mi piace per niente sentire i cristiani che parlano di "lavoro secolare", perché sia che uno faccia il tassista, la casalinga, o qualunque altro mestiere, sarà sempre un servitore a tempo pieno. Dio non dà più valore ad un missionario che ad un autista, probabilmente sono le nostre chiese che commettono quest'errore a causa d'idee sbagliate.

Nelle nostre chiese, in Inghilterra, c'è l'usanza di mettere le foto dei missionari in bacheca; io un giorno vi ho collocato quella di tutti i membri di chiesa, perché tutti i cristiani sono missionari, dovunque sono e qualunque lavoro stiano svolgendo, perché il modo in cui lo fanno può essere una vera testimonianza per il Signore. Io per parte mia sono convinto che Dio valuti di più un buon tassista che un cattivo evangelista. E' un'impresa ardua riuscire a liberarsi del nostro modo greco di pensare, ma è importante che nelle chiese incominciamo ad essere più ebraici, e ciò può accadere solo se consideriamo attentamente la parola di Dio, che è ebrea dal principio alla fine, anche se il Nuovo Testamento è stato scritto in greco, è stato composto da ebrei che pensavano in modo ebreo. Nella Bibbia il male non è mai identificato con le cose fisiche, Dio le ha create e ci ha dato di goderne. Il sesso è una cosa bella, perché l'ha creato lui, solo il peccato lo rovina; così come anche tutte le altre cose.

E' molto bello parlare con gli ebrei, perché hanno una comprensione molto sana di ciò che è spirituale, rispetto ai cristiani di oggi. Gli ebrei proclamano la bellezza della creazione; anche bevendo dicono: "Alla vita!" Per loro sarebbe assurdo pensare che il creato, che è dono di Dio, possa essere malvagio. Avviciniamoci ora un po' di più alla storia raccontata da questo capitolo. In essa vi sono tre personaggi: Adamo, Eva ed un serpente con le gambe, forse un gran lucertolone, che però può anche parlare. Ora questo "serpente" era un animale piuttosto strano, perché oltre a poter parlare era anche molto astuto, addirittura più di un essere umano, e questo crea alcuni problemi. Secondo alcune scuole bibliche questo capitolo è solo un mito, che serve per far comprendere certe verità importanti, ma non si tratta di un fatto storico, in pratica, non è realmente accaduto. Altre scuole, invece, hanno tre modi per spiegare come può biblicamente accadere che un animale parli. Uno di questi tre modi lo propone il libro di Numeri, attraverso la storia dell'asina di Balaam, perché in quel caso era Dio stesso a parlare attraverso la bocca di un animale. A questo proposito, si comprende molto bene cosa pensano dei loro mariti alcune donne che non credono che Dio possa parlare loro, anche attraverso le bocche dei coniugi increduli. Ciò è rivelato dal fatto che, dopo aver conosciuto questa storia, incominciano a prendere in seria considerazione anche tale possibilità.

Ora voglio rivolgermi ai pastori: "Non diventate i mariti spirituali delle donne con il coniuge inconvertito; potrebbe essere pericoloso, mandatele invece dal marito, con la fede che Dio potrà parlare loro anche attraverso di lui". Ora torniamo a noi; ciò che volevo dire è che se Dio può parlare attraverso un animale, anche Satana è in grado farlo, e questa è proprio la prima ipotesi.

Un'altra possibilità è che Satana stesso si stato presente dentro quell'animale. E' un fatto che anche più demoni possano vivere in un animale, è accaduto, per esempio, nel racconto evangelico dell'indemoniato di Gerasa. Un mio amico pastore che lavorava in Svizzera, una sera si recò da un fratello che faceva il contadino ed aveva una figlia disturbata da un demone. Così lui ordinò a quel demone di uscire dalla ragazza e di andare dove Gesù aveva disposto. Improvvisamente si sentì un gran rumore provenire dall'esterno. Quando i due andarono a vedere cosa stesse accadendo, trovarono i maiali che si stavano sbranando a vicenda, infatti, era proprio lì che Gesù aveva mandato i demoni del racconto.

C'è poi anche una terza possibilità: Satana che si è travestito da serpente. Lui è un maestro nei travestimenti, a me, per esempio, non è mai apparso vestito di nero, con il forcone e le corna in testa, altrimenti lo avrei riconosciuto subito. A volte si presenta come un amico, o addirittura come angelo di luce; egli è abile nell'ingannare. Per questo potrebbe essersi semplicemente travestito da serpente. In questo caso, come negli altri, sta a voi compiere una scelta e decidere qual'è l'ipotesi più plausibile fra le tre proposte Voglio però che vi rendiate conto che in qualche modo deve essere una storia vera. Questa potrebbe essere anche la ragione per cui il Diavolo la odia.

Il nuovo Testamento afferma che noi conosciamo le sue macchinazioni, che sono sempre le stesse. Satana utilizza sempre gli stessi tre passi per portarti a fare ciò che vuole, e sono: il dubbio nella mente, specialmente per quanto riguarda la Bibbia. Il desiderio nel cuore, che ti spinge a volere anche ciò che non puoi desiderare. L'ultimo passo è la disubbidienza; la tua volontà per mezzo dei primi due è stata catturata, sarà solo questione di tempo, ma farai ciò che non devi. Esistono delle persone che sono degli incidenti potenziali, ancora non sono accaduti, ma basterà soltanto attendere, e quando si troveranno in circostanze particolari, la disgrazia avverrà.

Quando ero cappellano militare nell'aviazione inglese, venne da me un ragazzo in condizioni disperate, egli stava piangendo e ripetendosi continuamente: "Chi me lo ha fatto fare?". Io insistevo nel chiedergli quello che avesse fatto, ma lui sulle prime non voleva raccontarmelo, poi però si rese conto che altrimenti non avrei potuto aiutarlo, e così si decise. Lui era cristiano, fidanzato con una ragazza anch'essa cristiana, e la notte precedente l'aveva passata in un bordello arabo. Si disperava perché non aveva mai fatto una cosa del genere, e sicuramente la sua ragazza per questo avrebbe voluto troncare la relazione. Innanzi tutto cercai di calmarlo, e poi tentai anche di rispondere a quella domanda che si poneva così insistentemente. Ciò che glielo aveva fatto fare erano le sue fantasie, erano già parecchi giorni che con il pensiero accarezzava quella possibilità, ed alla fine fu facilissimo passare alla pratica, perché ormai lo aveva già fatto più volte nella sua mente. Egli riconobbe che le cose andarono proprio in quel modo, e che Satana lo aveva già afferrato, era ormai un incidente che aspettava solo l'occasione propizia per verificarsi, e che poi si è verificato. Gesù, nel suo sermone del monte, lasciava capire che il peccato inizia nella mente, l'adulterio negli occhi e l'omicidio nel cuore. Gesù conosceva le tattiche del nostro avversario, per questo voleva metterci in guardia da lui, che è chiamato il principe ed anche il dio di questo mondo. Satana ha potere sull'intero genere umano, lo ha avuto dall'inizio, quando la sua ambizione lo spinse a volere un regno tutto per sé, che fosse ben distinto dal Regno di Dio. Noi dobbiamo accettare che Dio gli abbia permesso di farlo, ma dobbiamo anche essere coscienti che lui, senza il permesso di Dio, non può fare niente. Non avrebbe avuto alcun potere su Giobbe se Dio non gli avesse concesso di agire. Se il genere umano intero accettasse Satana come dio, lui potrebbe avere questo mondo tutto per sé; viene da chiedersi perché Dio abbia permesso tutto ciò.

Personalmente vedo riflesse in questo sia la giustizia sia la misericordia di Dio. La giustizia perché se gli uomini non vorranno Dio come Re, potranno avere Satana al suo posto, e questa sarà la loro punizione. La sua misericordia per il prezzo che comporta: infatti, ogni ospedale ed ogni cimitero sono parte del conto che paghiamo continuamente per questa scelta. In quale modo Satana è riuscito ad ottenere tale potere su di noi? L'arma che ha usato è l'inganno verso i nostri progenitori; voglio essere chiaro nel sostenere che quando Satana parlò, erano entrambi presenti, non c'era solo Eva, ma anche Adamo era lì. Adamo, benché presente, non ha nemmeno aperto bocca per tentare di proteggere sua moglie dall'attacco dell'avversario. Questa è una cosa del tutto normale ancora oggi, forse avrete notato che durante alcune interviste televisive, nelle quali sono intervistati due coniugi, nove volte su dieci il marito tace, mentre quella che ha la parola è sempre la moglie. Il marito dovrebbe proteggere la moglie, nelle sue profonde emozioni, avrebbe l'obbligo affrontare lui i giornalisti, specialmente in caso d'avvenimenti gravi.

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In Eden purtroppo accadde la stessa cosa, e Satana, che stava tentando di invertire l'ordine stabilito da Dio, ebbe il compito molto facilitato. Adamo era il capo famiglia, ed era lui il responsabile, l'avversario però si rivolse ad Eva, perché voleva che fosse la moglie a guidare il marito, e purtroppo è ciò che sta ancora tentando di fare in molte famiglie cristiane. Oggi esiste perfino un partito politico il cui programma è di togliere tutti gli uomini dal governo, e quando al potere ci saranno solo donne, allora finalmente, secondo loro, avremo pace sulla terra. Loro pensano che tutti i problemi di oggi siano da attribuire al tipo di governo "maschile"; e purtroppo, questo partito riceve sempre più adesioni. C'è anche un'altra ragione al fatto che Satana abbia preferito rivolgersi alla donna, ed è perché in genere le donne sono molto più fiduciose di quanto non lo siano gli uomini; spero che per questo nessuna sorella si offenda. Questa è una medaglia con il suo rovescio, perché se da un lato per una donna è più facile avvicinarsi alla fede, e questo potrebbe essere il motivo per cui Gesù risorto è apparso per prima ad una donna, dall'altro invece corre molti più rischi di essere ingannata. Gli uomini invece sono molto più cauti, non corrono gli stessi rischi, perché non hanno la stessa fiducia nelle persone. Questo si traduce sia in un vantaggio sia in uno svantaggio, ma è una delle differenze tra i due sessi. Così Satana intuì che avrebbe avuto più successo su Eva, anziché su Adamo.

L'Australia, che è stata la meta di uno dei miei ultimi viaggi, ha la società più matriarcale che conosco. Laggiù gli uomini sono veramente maschi solo quando si ritrovano tra loro, ma se arrivano le donne, allora subito si trasformano da leoni in topolini. Durante quel viaggio decisi che sarebbe stato veramente il caso d'avere degli incontri per soli uomini, perché la situazione, da quel punto di vista, lo richiedeva davvero. Al mio arrivo, però, mi annunciarono che gli incontri per soli uomini erano stati drasticamente ridotti a favore di quelli misti. Eppure la mia scelta non era immotivata, al contrario pensavo che Dio volesse davvero aiutare gli Australiani; per cui chiesi il perché di quel cambiamento. Mi fu risposto che le mogli non lo avevano permesso. Al nostro primo appuntamento per soli uomini c'erano mille partecipanti, e fu una serata meravigliosa.

Quell'incontro terminò con centinaia di pacchetti di sigarette e molte altre cose, lasciate da chi aveva deciso di smetterla con il fumo o con altro, e ciò mi dette speranza. La serata seguente però era per un pubblico misto, ed alla fine una signora venne da me e mi disse che aveva alcune domande da farmi sulla serata precedente. Mi meravigliai perché lei non c'era, quindi non avrebbe dovuto avere domande. Nel parlare, però, riuscii a farmi dire che la sera prima, non appena suo marito rincasò, lei lo inchiodò al muro della cucina intimandogli di raccontarle tutto, altrimenti non avrebbe cenato. Non è finita: dopo di lei venne verso di me, trascinandosi dietro un omino piccolo piccolo, una signora molto voluminosa, ed appena mi ebbe a tiro disse: "Signor Pawson, mio marito avrebbe una domanda da fargli su ciò che lei ha predicato ieri sera". A questo punto per me era veramente troppo, cercai di tirare fuori l'ometto dietro di lei, e volli sapere da lui stesso quale fosse la domanda; al che mi chiese: "Le donne possono avere il ministero d'anziane nella chiesa?" Io domandai: "Perché tua moglie lo è in chiesa, e per caso anche in casa?" Gli occhi gli sparirono dietro le orbite, e fu una risposta più che esauriente. Anche lui, come purtroppo molti altri, non aveva una moglie, ma una madre al suo fianco. Quello era il modo di parlare di una madre che difendeva il figlio piccolo. In tal caso sarebbe stato giusto affermare che suo figlio aveva una domanda da porre, ma era completamente sbagliato nel caso di un marito.

Una volta stavo parlando ad una coppia di fidanzati, quando la ragazza affermò che, dopo il matrimonio, lei non avrebbe più permesso che lui vestisse in quel modo. Io risposi che pensavo che lei lo amasse, ma le cose non stavano esattamente così, infatti, lei non era innamorata di lui così com'era, ma di quello che avrebbe voluto che fosse. Questo, purtroppo, è un sentimento molto diffuso: si tratta di manipolazione, che è simile alla stregoneria. La Bibbia ne dà un ottimo esempio attraverso Jezabel. E' opera di Satana, lui è un distruttore, e vuole distruggere l'ordine stabilito da Dio per l'armonia familiare. Avevano questo scopo le paroline che il serpente sussurrò ad Eva, e quello sarebbe stato il momento di intervenire per Adamo, interponendosi tra i due a difesa della moglie, invece non ha mosso neanche un dito. Dovremmo vergognarci noi uomini, perché la responsabilità di tutto è stata unicamente maschile, ed ha portato conseguenze, come il peccato e la morte, che hanno rovinato l'intero mondo.

C'è anche un'altra ragione che aumenta il peso della responsabilità maschile, ed è per il fatto che Eva non era presente quando Dio intimò a Adamo di non toccare l'albero; lei conosceva quell'ordine solo di seconda mano, poiché Adamo glielo aveva riferito, ed era quindi più soggetta di lui a cadere nell'inganno. Da quanto abbiamo visto finora sono più di uno i motivi per cui Satana ha scelto di rivolgersi alla donna, e dobbiamo notare che per ottenere il suo scopo gli sono state sufficienti solo alcune parole. Lui non ha fatto nient'altro, ha detto solo due frasi, per l'esattezza ha fatto una domanda ed un'affermazione. Si potrebbero passare ore tentando di valutare i suoi argomenti; per prima cosa però, proporrei di studiare più da vicino la sua domanda. Ci sono tre cose che non dobbiamo mai fare quando siamo alle prese con la parola di Dio, e sono: aggiungere, togliere o cambiare. In questa occasione Satana ha fatto tutte le cose insieme; infatti, ha preso la parola di Dio e l'ha un po' modificata per adattarla al suo scopo.

Può sembrare incredibile, ma le persone che fanno la sua stessa cosa sono molte, perché il manipolare la parola di Dio è un'attività in voga anche ai giorni nostri. La domanda che Satana rivolge ad Eva non è altro che una menzogna camuffata da interrogazione. Lui chiede: "Come! Dio vi ha detto di non mangiare nessun frutto degli alberi del giardino?" E' evidente che sta proferendo una menzogna; infatti, Dio aveva vietato di nutrirsi del frutto di un solo albero. Una delle tattiche usate da Satana è porre l'accento sugli aspetti negativi della parola di Dio; cercando di suscitare in noi la convinzione che essere fedeli sia una cosa impossibile. A questo proposito posso assicurarvi, che ci sono moltissimi giovani ingannati dal credere che, se diventeranno cristiani, potranno fare ancora tutto; tranne ciò che per loro è piacevole. Satana presenta Dio con alcune immagini che non sono mai quella vera; ed in molti casi lo mostra come un terribile guastafeste, un antipaticissimo contabile-legalista che non dà tregua a chi gli si avvicina, per cui le persone non sentono un gran bisogno di accostarsi a lui. La domanda che il Diavolo fa ad Eva, somiglia ad una di quelle cui non sappiamo mai come rispondere, per esempio; se chiedessi ad uno di voi: "Hai smesso di picchiare tua moglie?" Il poveretto si troverebbe subito in imbarazzo, perché, se mi rispondesse si, ammetterebbe che fino a poco tempo fa lui era solito picchiarla, mentre se mi rispondesse no, significherebbe che lo sta ancora facendo. Da una situazione simile è difficile per tutti uscire vincitori. A questo punto però Adamo sarebbe già dovuto entrare in scena dicendo: "Tu stai citando male la parola di Dio", e togliere così dall'impaccio sua moglie. Del resto anche Eva invece di tentare di cavarsela da sola, avrebbe dovuto chiedere aiuto a suo marito che, tra l'altro, era anche quello che aveva ascoltato Dio parlare.

Eva ha tentato di rispondere al serpente, ma è caduta nella sua trappola. Satana era riuscito a smuovere un sentimento negativo celato dentro di lei, tanto che anche Eva ha operato un cambiamento; infatti, ha affermato che quell'albero non doveva essere nemmeno toccato. Questa è un'esagerazione. Ciò dimostra che quel divieto era particolarmente sofferto dalla donna, e l'avversario ora sapeva esattamente che quello che aveva intuito era vero, e che la sua strada era spianata. Purtroppo neanche in questo caso Adamo intervenne. Da questa risposta riusciamo ad intravedere che il diavolo, molto sottilmente, era riuscito in qualche modo a far pensare Eva a modo suo.

Eva oramai stava procedendo sulla strada sbagliata, ed era arrivato il momento in cui satana poteva azzardare molto di più, infatti, ora poteva usare addirittura una bugia sfacciata; ed è proprio quello che fece. All'affermazione di Eva, che Dio li avrebbe fatti morire se solo avessero toccato quell'albero, Satana risponde che sicuramente si stava sbagliando. Dio non è certo il tipo che dà la morte agli uomini; ma quello che dà la vita. C'è qualcuno che non ha mai sentito una bugia simile? Per questa ragione ho dovuto scrivere un libro sull'inferno; perché la maggior parte dei predicatori inglesi dice di non crederci più. Ci sono predicatori, anche famosissimi, che affermano che un Dio d'amore non manda nessuno all'inferno. Dio non minaccia mai nessuno, lui ama e basta. L'insegnamento che Dio non punisce nessuno è oramai dilagato in tutta Europa, sia in ambienti cattolici sia protestanti. L'assurdità di tale dottrina, sta proprio nel fatto che si tratta della prima menzogna che sia stata pronunciata.

Il bello è che il serpente non si è limitato a questo, ma ha aggiunto anche un'ingiuria alla menzogna, sostenendo che Dio in realtà si stava preoccupando di se stesso anziché degli uomini, e ciò perché aveva paura che essi diventassero come lui; togliendogli così il titolo di Dio unico. A volte basta una parola per farci cambiare idea, specialmente se già coviamo in noi un certo sentimento. Ormai nella mente di Eva aveva messo radici il seme del dubbio, ora non credeva più che Dio intendesse veramente ciò che aveva detto; e nel momento in cui anche noi lo pensassimo, saremmo caduti preda di Satana. Da quell'istante egli potrebbe andare avanti con i suoi piani, perché crederemmo a lui più che a Dio.

L'ironia di questa storia sta nel fatto che entrambi gli esseri umani erano già ad immagine di Dio, quindi cosa potevano desiderare di più? C'era un aspetto però, in cui non erano uguali a Dio, ed era la possibilità di conoscere sia il bene sia il male. Noi uomini abbiamo dimestichezza con entrambe queste cose, invece Dio conosce il bene perché è in lui, ed il male solo perché ha dovuto subirlo. Dio sa tutto ciò che c'è da conoscere sul male, sa che possiamo essere bugiardi, ma lui non lo è, quindi non si è mai sentito come ci sentiamo noi dopo che abbiamo mentito. Una volta qualcuno sostenne che Dio può fare tutto, ed io, che non lo credo, mi misi a scrivere ciò che invece penso non possa fare assolutamente. Per prima cosa, scrissi che non può raccontare bugie. Subito dopo, però, ho trovato ben altre trenta cose che Dio non può fare a causa del suo carattere, e che purtroppo io posso tranquillamente compiere. Adamo ed Eva ebbero anche loro gli occhi aperti, ma a differenza di Dio, ora loro conoscevano il male per esperienza diretta, ed il bene solo come fatto esterno. In quel giorno essi persero la loro innocenza.

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05/01/2009 21:36
 
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Proverò a fare un esempio per capire meglio: un giovane ha un rapporto sessuale prima del matrimonio, così i suoi occhi si aprono sul sesso. Da quel momento egli ha conoscenza sia della purezza sia della fornicazione, ma non come Dio. Ora pur conoscendo cosa sia la verginità, non può più viverla personalmente, perché è ormai fuori della sua vita. Egli ha, in pratica, perso l'innocenza in quel particolare campo. Dio desidera che siamo come lui, per ciò che riguarda il male, per questo Paolo scrivendo ai corinzi esorta ad essere come bambini per quel che riguarda la malizia. La maggior parte di noi perde l'innocenza già da giovanissimo, io per quanto mi riguarda sono riuscito a mantenerla solo nel campo dell'astrologia, e ringrazio Dio che tuttora mi aiuta in questa lotta. Desidererei non aver mai avuto conoscenza del male, ed è tragico vedere come tutti noi, già in giovane età, perdiamo la nostra innocenza, perché non potremo mai più averla indietro. Per questa ragione anche in cielo saremo vestiti, infatti, non sarà mai più indicato andare in giro nudi. Tutti noi sappiamo che la maggior parte delle tentazioni entra proprio dagli occhi, ed anche per Eva non ci sono state eccezioni. Gli occhi sono come una lampada per il corpo: se i tuoi sono buoni, tu sarai totalmente nella luce, ma se sono cattivi, tu sarai nel buio più completo.

Una volta predicai ad una congregazione di cani, in tutto erano circa centocinquanta, per lo più labrador. Erano seduti in terra e mi fissavano continuamente senza mai battere ciglio. Sicuramente è stato l'uditorio più attento che abbia mai avuto. Si trattava di un culto speciale in cui ogni cane accompagnava un ospite non vedente. Quella mattina non avevo ancora deciso su cosa parlare, ma sentivo dentro di me qualcosa che mi diceva di predicare sull'inferno, anche se non pensavo che ne fosse veramente il caso. Decisi, però, di ascoltare ugualmente quella voce, e così presi un versetto dal sermone del monte e lo adattai alla situazione: " E' meglio perdere anche entrambi gli occhi ed entrare nella vita eterna, piuttosto che essere gettato nella Geenna con l'intero corpo sano". Mi rivolsi dopo all'uditorio chiedendo che pregassero per me, perché, in un certo senso, la mia condizione di vedente poteva essere un ostacolo in più alla mia salvezza.

La Bibbia parla spesso della concupiscenza degli occhi. E' per mezzo degli occhi che il desiderio perverso può entrare in noi, e questo, una volta soddisfatto, può portarci dritti all'inferno. C'era uno strano silenzio in quell'incontro, come non mi capita spesso di sentire, ed una signora d'ottantaquattro anni, cieca fin dalla nascita, si accorse per la prima volta che l'amarezza stava lasciando il suo cuore. Per tutta la vita era stata in collera con Dio a causa della sua condizione, ma ora qualcosa era cambiato in lei, e giudicava tutto in modo diverso. In quel giorno Gesù prese il controllo della sua vita a tal punto che, nell'autobus che la riportò a casa, si mise a cantare le lodi di Dio. Una settimana dopo quella signora morì, e così la prima persona che vide fu proprio Gesù.

Ciò che era su quell'albero sembrava molto buono, tanto che Eva tolse lo sguardo da tutti gli altri e lo fissò su ciò che era proibito, perché era molto più desiderabile. A questo punto il passo successivo che poteva compiere era in sostanza già fatto; infatti, prese il frutto e lo mangiò, trascinando in quell'avventura anche Adamo. C'è da chiedersi perché abbia voluto che anche lui mangiasse quel frutto. A questo proposito riesco a vedere solo due possibili motivi: il primo, perché, in effetti, quel frutto era proprio buono da gustare. Il secondo: probabilmente, perché si sentiva in colpa, e voleva che anche Adamo condividesse il peccato con lei. In effetti, ognuno di noi si sente un po' scusato, quando sa che anche altri peccano come lui. In ogni caso Adamo mangiò senza fiatare, senza dire nemmeno una parola; e così da quel momento non fu più uomo, infatti, ora aveva ceduto la guida a sua moglie. Quell'incontro lasciò un profondo segno nella donna, che ora non pensava più come prima, perché dopo il colloquio con Satana desiderava veramente essere uguale a Dio, e ciò può diventare possibile solo se innalziamo noi stessi ed abbassiamo Dio.

Da allora in poi quello di Eva è diventato il punto di vista di tutti gli increduli. Chi non crede, pensa di poter essere in grado di fare tutto meglio di quanto stia facendo Dio stesso. Si sente spesso dire: "Se io fossi Dio fermerei la guerra in Jugoslavia". Oppure: "Io non permetterei che degli innocenti soffrano a causa dei malvagi". La pretesa di poter mandare avanti il mondo in modo più efficiente di quanto sappia fare Dio stesso, ha avuto inizio proprio in Eden; dove Satana ha offerto indipendenza ed autonomia nei confronti dell'Eterno. Il Serpente aveva convinto gli esseri umani che potevano fare da soli le loro leggi, stabilire in pratica cosa sia il bene o il male; da allora non avrebbero più dovuto sentirsi inquilini della terra, ma proprietari. Secondo il modo di parlare di Satana la conoscenza è potere; quindi chi ha la comprensione del bene e del male, in pratica di tutto, è potente come Dio. Naturalmente lui sapeva bene che nel caso degli esseri umani ciò non era possibile, ma Eva invece credeva che lo fosse, ed una volta che il veleno era entrato nella sua mente, il Diavolo poteva tranquillamente aspettare che agisse.

Fu così che gli occhi di Eva videro tre buoni motivi per mangiare quel frutto: per prima cosa sembrava gustoso, poi anche nutriente ed infine si sarebbe rivelato molto utile per lei. In lei oramai il desiderio d'avere si era unito all'orgoglio, ed in questa situazione; quando le tentazioni della superbia e della concupiscenza si congiungono, è molto difficile non cadere in peccato. L'orgoglio spinge ad essere come Dio, e la concupiscenza ad avere ciò che non è permesso. A proposito di Adamo, si può pensare che abbia mangiato senza porsi troppe domande, anche perché non ha visto morire sua moglie; come sarebbe dovuto accadere secondo la sentenza di Dio. Eva era ancora in vita, dopo aver mangiato il frutto, per cui Adamo poteva credere che forse non era poi tutto vero quello che aveva detto Dio. Dobbiamo però anche ammettere, che se pure questo fosse stato il suo pensiero, avrebbe dovuto come minimo discuterne prima di mangiare; invece non l'ha fatto, non ha nemmeno aperto bocca. Eva, anche se limitatamente, ha tentato una difesa, ma Adamo non ha fatto nemmeno quello, ha seguito sua moglie e basta; per questo si è reso responsabile. Il racconto afferma che dopo aver mangiato, effettivamente i loro occhi si aprirono, quindi ciò che il Serpente aveva detto era vero, almeno parzialmente, perché anche se ora vedevano non erano certo come Dio.

In questo caso riusciamo a vedere qual'è la tattica usata da Satana, egli riesce ancora ad ingannare gli uomini, perché mischia la verità con la menzogna. Sarebbe molto difficile per lui riuscire ad ingannare qualcuno dicendo solo menzogne, per questo usa molto più spesso le mezze verità che non le bugie intere. Ovviamente in questo caso riesce a rendere molto più credibili le sue tesi. Noi viviamo in un tempo in cui è in atto un gran proliferare di sette religiose; e proprio molte di esse insegnano mezze verità. Le persone restano affascinate dalle loro dottrine, perché vedono in esse qualcosa di valido. C'è un po' di verità in ogni religione che esiste sulla terra, ma, purtroppo, comunemente è mischiata con delle menzogne.

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05/01/2009 21:37
 
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Ad esempio, c'è molta verità nell'Islam, anche in esso è insegnato che Dio è il creatore, che vi sarà un giorno di giudizio, che esiste un inferno ed un paradiso. I musulmani credono in molte cose in cui hanno fede anche i cristiani, ma osservando bene le loro dottrine vi troviamo quella mescolanza di cui parlavamo prima. Una di queste menzogne è che Dio non è Padre, anche se Allah ha novantanove nomi, fra quei titoli meravigliosi non c'è quello di Padre, semplicemente perché non avrebbe un figlio. Così come non è nemmeno Amore, perché se l'amore è generato dal rapporto di più persone, lui non può essere Amore, essendo solo. Soltanto i cristiani possono affermare che Dio sia anche Amore, perché ancora prima della fondazione dell'universo il Padre amava il Figlio, ed il Figlio, il Padre; quindi Dio è anche Amore perché non è un solitario, come insegna l'Islam che non conosce la trinità.

In ogni caso Adamo ed Eva mangiarono, ed i loro occhi furono aperti, ora effettivamente avevano una visione delle cose come non avevano mai avuto; ma quella vista che ora possedevano non era la stessa di cui disponeva anche Dio. In loro molto era cambiato. Poco tempo prima potevano stare nudi in presenza l'uno dell'altro senza provare vergogna, perché erano una sola cosa, ora invece pensavano come due persone distinte. In ogni buon matrimonio si può stare anche nudi alla presenza del coniuge, perché i corpi appartengono l'uno all'altro, quindi tra i due non dovrebbe esserci vergogna. Paolo ha insegnato che non abbiamo diritti sul nostro corpo perché appartiene al coniuge. Questo è un principio molto importante, per cui esorta a non astenersi dai rapporti sessuali, eccetto che non vi sia un preciso accordo, e in ogni caso per un breve tempo. Per molte coppie cristiane ciò è difficile da realizzare, perché vi sono difficoltà a vedersi come un'unica cosa; per questo motivo si sentono vulnerabili. Questo sentimento fa sì che i due tendano a difendersi l'uno dall'altro, e ad avere una parte privata nella vita di coppia. A questo proposito è anche indicativo che in inglese gli organi sessuali siano chiamati "le parti private". Tutto ciò che s'interpone fra la coppia è pericoloso per la sua armonia; se teniamo nascosto qualcosa al nostro partner non facciamo altro che preparare il terreno a Satana. Questa è anche una delle ragioni per cui la massoneria è da rifiutare, perché impone al marito di nascondere parte della sua vita alla moglie.

Genesi racconta che i due si coprirono; segno che tra loro non c'era più quella fiducia reciproca di una volta. Tra l'altro è proprio comico pensare a come tentarono di farlo. Se avete presente quale sia la forma delle foglie di fico, potete immaginare a come sia possibile unire tutto quello zig zag, in modo da farne una veste. Ovviamente il racconto di Genesi, per mezzo delle foglie di fico, vuole solo porre l'accento su quanto sia patetico il tentativo di pensare di nascondere il peccato, per la vergogna d'averlo commesso. E' normale che la prima reazione di chi compie il male, sia quella di volerlo nascondere per vergogna, e quindi per timore di venire scoperti da Dio, ed anche dagli uomini. Questo è esattamente ciò che accadde anche in Eden; benché sia sciocco, perché a Dio nessuno può nascondere nulla.

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05/01/2009 21:38
 
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IL TRIBUNALE

Abbiamo appena visto che la Bibbia ci presenta Dio con il grado di Creatore e Re, ma in queste sue prime pagine, Genesi, ci mostra Dio anche nella veste di Giudice. E' importante per noi conoscerlo anche sotto questa luce, perché lui è il creatore dal quale veniamo ed il giudice al quale andremo. Dobbiamo essere coscienti che essere umani significa essere responsabili, chi non è consapevole delle sue opere s'identifica in un animale, perché solo gli animali non renderanno conto a Dio, giacché essi operano solo per istinto ed abitudine. Come esseri umani siamo stati creati con la facoltà di scelta, per cui Dio ha pieno diritto di chiedere conto delle nostre azioni. Questa è la ragione per cui ora il racconto ci presenta un tribunale, con tanto d'accuse e giustificazioni, dove, oltre al Giudice, sono presenti anche Adamo, Eva ed il serpente in qualità d'imputati.

Durante il mio ministero pastorale ho assistito a molti processi, ma quello che mi è rimasto più impresso nella mente, è quello di una donna che non avevo mai conosciuto prima. Questa ragazza, che un giorno venne a trovarmi, mi chiese se potessi aiutarla, perché l'indomani sarebbe stata accusata d'omicidio. Vi confesso che non si trattò per niente di un'esperienza piacevole. Per mesi, io e mia moglie, abbiamo ospitato questa donna, l'abbiamo curata ed assistita durante tutto il suo lunghissimo processo, di cui si sono occupate anche molte prime pagine e la televisione. Lei ed il suo amante, erano stati accusati dell'omicidio di sua moglie, ma a mio avviso era una vittima anche lei . Era senza dubbio una situazione drammatica, eppure, anche una tale condizione, la cosa più importante che le ho potuto consigliare è stata quella di essere donna, e di prendersi in pieno la responsabilità delle proprie azioni.

Oggi, ringraziando il cielo, è una persona libera ed è diventata anche una buona credente. A mio avviso Sigmund Freud ha arrecato un gran danno all'umanità, perché secondo le sue teorie siamo tutti dei poveri individui, vittime delle circostanze. Ho sentito, in molti processi, persone che si giustificavano affermando che il loro comportamento derivava dall'aver trovato cattive compagnie; come se non fossero stati loro stessi a sceglierle. E' importante capire che ognuno di noi è il risultato delle sue scelte, e non la vittima, come qualcuno vorrebbe farci credere. Questo è un principio che vale in tutti i campi, per esempio se avete più di quaranta anni e non vi piace quello che vedete nello specchio, sappiate che, anche in tal caso, la responsabilità di ciò che vedete è vostra. Fino all'età di quarant'anni noi tutti abbiamo la faccia con cui siamo nati, dopo invece, abbiamo quella che ci siamo costruiti. Una delle donne più belle che ho conosciuto aveva ottantaquattro anni ed il volto completamente segnato dalle rughe, ma, nonostante tutto, era davvero un bel viso. Un giorno glielo dissi, lei non si stupì per niente, ma sorrise e mi assicurò che non ero il primo uomo ad averlo fatto. Poi mi raccontò la sua storia. Affermò che quando era giovane era piuttosto brutta, e non ebbe mai un ragazzo che la volesse sposare. Poi, all'età di ventisette anni, s'innamorò di Gesù. Per tutta una settimana gli sembrò di camminare sulle nuvole dalla felicità, al punto di chiedere al Signore di togliergli quella gioia, perché aveva paura d'amarla più di Gesù. A questo proposito devo affermare che si è trattato dell'unica persona che conosco che abbia desiderato di essere meno felice.

Sono dell'avviso che i concorsi di bellezza dovrebbero essere fatti solo per persone con età maggiore ai quarant'anni, perché quando siamo più giovani la nostra grazia è solo apparente. Noi incominciamo a mostrare veramente ciò che siamo solo dopo la quarantina. Secondo alcuni scienziati il nostro comportamento è determinato e condizionato solo da fattori esterni come l'ambiente, ed interni come la personalità. Ovviamente secondo tali teorie non saremmo altro che animali senza libertà di scelta; anche questa è una menzogna, perché gli esseri umani hanno facoltà di scegliere, e sono quindi responsabili di ciò che fanno. Del resto anche questo non è altro che ravvedimento, ed è tutto ciò che Dio pretendeva dalla prima coppia umana per poterli perdonare.

Se le cose fossero andate così la storia sarebbe stata molto diversa da come la conosciamo oggi. Purtroppo però le cose non andarono così, ed eccoci dunque davanti ad un tribunale. A questo punto, in Eden, Dio entrò in scena, ed anche se sapeva bene dove Adamo si era nascosto, ugualmente lo chiamò per farlo uscire allo scoperto, con la speranza che confessasse. Purtroppo, invece della confessione, dalla bocca dell'uomo uscì una banale scusa: "Questa mattina non volevo incontrarti perché non sono vestito molto bene". Esattamente come alcune persone che conosco, che non vengono in chiesa perché dicono di non avere i vestiti adatti. Dio a questo punto inizia una conversazione con l'uomo, per indurlo a ammettere se si sentiva colpevole di ciò che aveva fatto; per questo chiede come mai si ritenesse nudo, dato che non aveva mai visto nessuno vestito.

Purtroppo Adamo non si assunse le sue responsabilità, anzi le scaricò sulla moglie e su Dio che gliel'aveva data. E' davvero penoso quando un uomo si giustifica incolpando la moglie di ciò che invece ha fatto lui. Una differenza tra uomini e donne è proprio questa, infatti, se una donna camminando in una stanza buia inciampa in una sedia di solito dice: " Ho inciampato in una sedia". Se invece lo fa un uomo dice: "Chi ha messo questa sedia nel mezzo alla stanza"? Noi uomini siamo molto bravi nello scaricarci dalle nostre responsabilità. Tutto questo, anche se poco prima Adamo aveva esultato nel vedere Eva, ossa delle sue ossa e carne della sua carne.

In realtà quello che noi tutti vogliamo fare è giustificarci. Affermiamo che il nostro comportamento era obbligato da scelte altrui, quindi la colpa ricade sugli amici, sui genitori, e in ogni caso sempre su altri; quindi noi siamo solo povere vittime. Da sempre incontro cristiani che vogliono che preghiamo per la loro liberazione, perché dicono di non poter fare a meno di quel particolare vizio, eppure Dio ci ha dato la grazia di rispondere no. Dobbiamo insegnare alle persone a difendersi da sole, altrimenti torneranno sempre con nuove richieste di liberazione. Noi non aiutiamo nessuno, se non gli insegniamo a dire di no a ciò che non è giusto, ed a farlo sentendosi responsabili di quello che stanno facendo. E' molto facile incolpare Satana, Eva ci ha provato attribuendo la colpa al serpente; questo è ciò che fanno anche molte persone che conosco, che dicono di essere disturbate da demoni pur di scaricare le loro colpe su altri. Naturalmente esistono persone disturbate che devono essere liberate, anche se sono credenti. In quel caso, anche loro, in qualche modo, hanno lasciato una possibilità a quei demoni di infastidirle. Noi dobbiamo scoprire cos'hanno fatto e chiamarli a ravvedimento, perché anche di quello sono responsabili. Trattando gli esseri umani da persone responsabili, non facciamo altro che confermare il loro essere ad immagine di Dio. Se compiamo delle scelte sbagliate, dobbiamo ravvederci ed ammettere le nostre colpe; infatti, solo così dimostreremo di essere veramente umani, e non animali irresponsabili. Se, come Adamo, affermiamo che un po' di responsabilità nelle nostre colpe l'ha anche Dio, non siamo altro che azzardati ed arroganti, perché lo scopo di Dio era solo il bene dell'umanità. Eva portò le sue scusanti, perché diceva di essere stata creata con un gran senso di fiducia negli altri, per cui si era fidata del serpente, e così, in fondo, la colpa non era poi tutta sua.

In pratica tutta questa triste storia ha avuto inizio con il non volersi assumere le proprie responsabilità; per questo sono entrati nel mondo il peccato e la morte. Se solo avessero ammesso d'avere sbagliato, ed avessero chiesto perdono a Dio, Satana non avrebbe messo gli artigli sul genere umano. Noi, spesso, invece di pentirci, ci commiseriamo, e questo significa che ci riteniamo vittime di colpe altrui; chi fa consulenza sa quanto può essere difficile aiutare questo tipo di persone. Mia moglie svolge un'attività di consulenza, ma quando avverte nelle persone l'autocommiserazione, e capisce che in fondo non vogliono essere aiutate, ma tutto ciò che chiedono è solo una spalla su cui piangere; gli suggerisce subito un particolare passo da compiere, e finché non l'avranno portato a termine non potranno più tornare a parlare con lei. Lo dice con amore ma anche con fermezza, in modo che la persona sia spinta ad assumersi le proprie responsabilità, e sappia che non ci sono spalle su cui piangere ed autocommiserarsi. Questa è una realtà molto importante per tutti: aiutare le persone ad assumersi le proprie responsabilità, significa aiutarli ad essere dei veri esseri umani.

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05/01/2009 21:38
 
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In questi giorni stò cercando di aiutare un fratello che è anche uomo d'affari, egli è stato accusato di falsificazione di contabilità, e per questo ha già scontato sei mesi di carcere. Lui si è difeso dicendo di non essere responsabile dell'accaduto, perché anche se era il direttore della compagnia, che in seguito a questo è poi fallita, il fatto era da imputare ad una cattiva gestione imprenditoriale svolta da altre persone. La vita di questo fratello è stata una triste sequenza di fallimenti, per cui l'ho supplicato di non tornare più nel mondo degli affari, e di prendere questo suo ultimo avvenimento come segno che Dio lo sta ritenendo responsabile di ciò che è accaduto. Il tragico è che si ritiene ancora innocente, e sta scrivendo lettere a tutti i suoi amici, affermando che soffre per il Signore, poiché si sente vittima di sbagli altrui. Molte persone sono disposte ad accettare la sua autocommiserazione, io invece continuerò a porgli davanti la realtà, finché non riuscirà a rassegnarsi ed a prendere in pieno le proprie responsabilità.

Ciò che accadde in Eden era molto simile anche a questo, i due personaggi implicati in quella storia dicevano di non essere responsabili dell'accaduto e continuavano a scaricarsi addosso la colpa. Dio invece li ha ritenuti responsabili tutti e tre: tanto il Serpente, quanto Adamo ed Eva, e così, sia il peccato sia la morte, sono entrati nel mondo. E' molto interessante osservare che da questo punto in avanti, il capitolo terzo, è scritto tutto in poesia e denso d'emozioni. Per noi è importante capire quali sono i sentimenti di Dio; perché noi sappiamo che anche l'Eterno ha delle emozioni, cosa che non credevano i greci, per i quali Dio era al di sopra di tutte le passioni. La Bibbia è piena di passi che ci parlano dei suoi sentimenti ed emozioni, ma nonostante ciò, durante il medioevo, anche nelle nostre chiese era insegnato che Dio non ha alcuna sensibilità.

Noi diamo molta importanza a ciò che sentiamo, ma per un credente non dovrebbe essere tanto importante il suo sentimento nei confronti di Dio, quanto quello di Dio nei confronti suoi. Impariamo a chiederci cosa penserà Dio di noi: sarà forse arrabbiato? O forse triste? O felice?. Il nostro destino eterno non dipende assolutamente da ciò che noi sentiamo per Dio, ma da ciò che lui sente per noi. Oggi i cristiani si preoccupano molto dei loro sentimenti, ho ascoltato pastori, dire ai fedeli riuniti, che non sentivano scaturire dalla comunità una vera adorazione. Io, invece, intendo affermare che l'adorazione che rivolgiamo a Dio è reale anche se non sentita profondamente. La cosa importante, anche in quel caso, è ciò che sente Dio, non il pastore. Dio si sente benedetto dalla nostra adorazione? Spesso, anche quando non siamo in vena Dio è ugualmente felice della nostra adorazione.

E' bellissimo esplorare i sentimenti di Dio durante la lettura della Bibbia; per esempio, nell'Antico Testamento si racconta di un profeta al quale Dio disse: "Vai per strada, cerca una prostituta e sposala! Ti darà tre figli, lei amerà il primo ma non il secondo, il terzo poi non sarà nemmeno tuo, per questo lo chiamerai "non mio". In seguito lei ti lascerà e tornerà sulla strada. Voglio che tu la cerchi di nuovo, che la riporti a casa e l'ami ancora. Poi, dopo che li avrai vissuti, allora potrai illustrare al mio popolo quali sono i miei sentimenti verso di lui". Se riuscite a leggere la storia del profeta Osea, senza capire i sentimenti di Dio, significa che il vostro è veramente un cuore di pietra. Noi dobbiamo imparare a sentire ciò che sente Dio, perché lui vuole che pensiamo i suoi pensieri e sentiamo i suoi sentimenti. Ricordo l'intervista fatta dalla televisione inglese ad una coppia molto anziana, erano sposati da settant'anni quando chiesero al marito se in tutto quel tempo non avesse mai pensato al divorzio. Lui rispose che al divorzio non aveva mai pensato; ma all'omicidio spesso. Tutti risero di quella risposta, perché riconobbero la sincerità, infatti, lui stava affermando che c'erano state molte battaglie, ma nonostante tutto erano ancora insieme. Penso che in quel momento anche Dio stesse sorridendo, era felice perché quel matrimonio non era finito come finisce l'atra metà, e vale a dire con il divorzio; cosa che rende Dio molto triste.

Dio ha nutrito gli stessi sentimenti di quell'uomo verso la sua sposa Israele, ma nemmeno lui ha divorziato, perché è fedele alla promessa. I sentimenti di Dio verso quella nazione non sono cambiati per niente, nonostante siano passati ben duemila anni da quando scomparve; per questo oggi è ricomparsa sulla scena del mondo. Ho detto tutto questo per meglio comprendere che, se l'ultima parte del terzo capitolo di Genesi è scritta in poesia, è perché Dio in quei momenti stava provando forti emozioni. Credo di capire perché Dio fu profondamente rattristato da quell'avvenimento; lui non avrebbe mai voluto fare ciò che stava per fare, perché non trova piacere nel punire nessuno ed odia la morte. Per questo la Bibbia chiama la morte l'opera strana di Dio, perché va contro la sua stessa natura. Io penso che, se ci potessimo raffigurare Dio in termini umani, lo vedremmo senz'altro piangere mentre pronuncia quel verdetto. Lui dice al serpente che diventerà l'animale più basso di tutto il creato, e che da allora in poi dovrà scivolare nella polvere.

Ogni serpente che ancora oggi vive sulla nostra terra, è solo il ricordo di quel verdetto. Questo significa senz'altro che, agli occhi di Dio, Satana è la creatura più bassa che possa esistere, non dobbiamo mai pensarlo come qualcosa d'elevato, perché adesso si trova in una condizione veramente abietta. Nella nostra chiesa abbiamo un fratello che alleva serpenti in garage; un hobby abbastanza discutibile per i miei gusti. Egli un giorno mi mostrò una cosa molto curiosa: prese un bel serpente di circa tre metri, se lo avvolse al collo, e sollevando alcune scaglie della pelle mi mostrò che anche loro hanno delle piccolissime gambe lunghe circa un centimetro. Quelle zampette, naturalmente, sono troppo piccole perché servano a qualcosa, e chissà che questo non abbia a che vedere con la maledizione pronunciata in Eden. In ogni caso Dio non si limitò a questo, ma aggiunse anche ostilità fra il serpente e tutto il genere umano.

La promessa più incredibile che però Dio abbia pronunciato in quell'occasione, è che un giorno il seme maschile della donna gli avrebbe inferto un colpo mortale. Dice la Bibbia che il serpente gli avrebbe morso il calcagno, ma il seme della donna gli avrebbe schiacciato la testa; questa è la prima promessa di salvezza per l'umanità. Noi sappiamo che questo si è poi adempiuto in Gesù Cristo, ed alla fine della Bibbia scopriamo finalmente il destino di chi che viene di nuovo chiamato Serpente. Per quanto riguarda Eva dobbiamo prima di tutto precisare una cosa: abbiamo già parlato della diversità dei ruoli che rivestono l'uomo e la donna all'interno della famiglia, affermando che il maschio è più portato verso il lavoro, mentre la femmina verso i rapporti interpersonali.

Nel caso di Eva la sentenza cade proprio in quell'ambito, vale a dire nel suo rapporto con gli altri, e più esattamente con il sesso opposto. C'è differenza tra le conseguenze del peccato e la pena inflitta per averlo commesso. E' molto importante evidenziare che il perdono di Dio rimuove la pena per la trasgressione, ma non elimina le conseguenze che il peccato, una volta commesso, può provocare. In genere tutti noi siamo più preoccupati delle conseguenze del nostro peccato che non della pena che potrebbe comportare; anche in questo somigliamo tutti a Caino. Possiamo fare un esempio tratto dalla Bibbia: il figlio prodigo è stato perdonato, la sua pena è stata condonata e così ha potuto riconciliarsi con il padre. Non è avvenuto altrettanto per quanto riguarda le conseguenze di quel gesto, infatti, il racconto non lascia intendere che il figlio prodigo abbia potuto riavere anche la sua eredità; quei soldi oramai li aveva spesi e non li avrebbe mai più riavuti di nuovo.

Un altro esempio più concreto, possiamo averlo dalla nostra stessa vita, che, vivendo da non credenti, in parte è andata sprecata perché trascorsa senza comunione con Dio. Nel nostro caso, il giorno in cui ci siamo convertiti, la comunione con Dio è finalmente arrivata, ma nessuno di noi ha riavuto indietro gli anni che ha perso. Anche in questa occasione, come nelle altre, la pena prevista per il peccato è stata annullata dal perdono di Dio, ma le conseguenze del nostro comportamento sbagliato hanno continuato ad avere il loro effetto su di noi, e noi abbiamo dovuto affrontarle perché siamo esseri umani, e come tali responsabili. La conseguenza del peccato in Eden, è stata una frattura nel matrimonio della prima coppia; infatti, il racconto afferma che i due si nascondevano per vergogna. Nel caso di Eva, la pena per quel peccato, colpì il suo rapporto con gli altri; quindi proprio la parte più importante del ruolo femminile. Da allora in poi i suoi figli sarebbero nati con dolore, e forse non solo quello fisico nell'atto del parto.

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In seguito al verdetto di Dio, anche il rapporto con Adamo sarebbe cambiato, e ciò che Dio disse a questo riguardo è una cosa abbastanza strana: "I tuoi desideri ti spingeranno verso tuo marito, ed egli dominerà su di te". In passato, pensavo che questa condanna spingesse le donne ad accettare di diventare anche serve dei loro uomini, pur d'averli come mariti. Oggi non la penso più così, perché mi sono reso conto che una frase simile si ritrova anche più avanti nello stesso libro di Genesi; ed in quel caso il suo significato è molto più chiaro che nel precedente. Nel caso in questione si tratta del racconto di Caino ed Abele; dove Dio dice a Caino: "Perché sei abbattuto? Perché sei tanto scuro in volto? Se agisci bene il tuo volto tornerà sereno, se no, il peccato che sta accovacciato alla tua porta, vorrà avere il sopravvento su di te. Ma tu devi dominarlo". Il peccato, che qui è personalizzato, e che vuole avere il sopravvento, cerca di manipolare Caino. Similmente possiamo dedurre che, anche nel caso precedente, possa trattarsi di qualcosa di simile, per cui: giacché Eva ha guidato suo marito verso il peccato, Dio potrebbe aver deciso di lasciarla con il desiderio di manipolare il suo uomo per il resto della sua vita. Detto in altre parole Eva avrebbe desiderato di continuare ad avere preminenza su di lui, ma inutilmente perché l'uomo per natura è più forte della donna.

Per quanto mi riguarda, sono sicuro che molti di voi sarebbero sorpresi nel sapere quanto sia diffuso, tra le mogli, il desiderio di modificare in qualche modo le caratteristiche del proprio marito. Nelle nostre chiese non è raro sentire preghiere di donne che chiedono a Dio di correggere alcuni aspetti del loro uomo. E' bene però ricordare che tutto questo forse ha le sue radici proprio in ciò che avvenne in quel giardino. La Bibbia c'illumina sui modi in cui una donna può portare suo marito al Signore; ed in nessun caso l'autorizza a tentare d'intervenire su di lui. Secondo il modo di vedere di Dio, invece, dovrebbe essere la donna a cambiare, diventando più attraente sia sentimentalmente sia fisicamente. Ovviamente un tale ragionamento varrebbe anche nel caso in cui fosse il marito a portare la moglie al Signore. Una situazione di questo tipo è descritta nel terzo capitolo della prima lettera di Pietro, ed, in effetti, si tratta di una condizione abbastanza pericolosa, perché un tale matrimonio, nel quale la moglie è convertita ed il marito no, corre seri rischi di rottura. In tal caso, è compito dei responsabili di chiesa, insegnare alla nuova convertita quale sia il comportamento da tenere per essere in accordo con la volontà di Dio. I casi da citare potrebbero essere moltissimi. In questo momento ricordo una persona che mi confidò di sentirsi come se Gesù gli avesse rubato la moglie, e mi chiedo come potesse convertirsi facilmente, poiché la sua donna era talmente presa dagli impegni per la chiesa, che ormai in casa si vedeva molto di rado. Ero sicuro, però, che sarebbe stato molto più facile per lui credere, se invece avesse potuto ringraziare Gesù d'avergli dato una moglie con cui era più piacevole vivere, ed era anche più bella.

Voglio suggerire alle donne credenti, che sono sposate con un non credente, di resistere alla tentazione di predicare o di parlare al marito della loro fede, perché sarebbe inutile, data la cocciutaggine degli uomini. Dalle mie parti si sostiene che tentare di cambiare un uomo è quasi come portare un maiale al mercato, in qualsiasi direzione tu lo voglia far andare lui s'opporrà sempre con tutte le sue forze. Per far andare un maiale dove desideri, prova a spingerlo nella direzione opposta, e vedrai, che passandoti tra le gambe, si dirigerà proprio dove vuoi tu. Care sorelle se spingete vostro marito in chiesa, lui s'opporrà. Non trascinate il vostro rapporto matrimoniale in una competizione e cercate di renderlo sempre più armonioso, perché quando tra i due sessi c'è rivalità, la nostra società c'insegna, che è sempre la donna a perdere.

Questo è l'errore compiuto anche dal femminismo, per il quale lottano molte donne con sistemi sbagliati. A questo proposito posso affermare che è molto difficile che un matrimonio possa funzionare quando è gestito come una democrazia, infatti, se i votanti sono due, vi sarà sempre un pareggio, e così la famiglia diventa ingovernabile; il voto decisivo in questi casi è Gesù. Pensare di risolvere la competizione tra i sessi cercando d'abolire le differenze che vi sono è completamente fuori luogo. Personalmente sono convinto che il modo giusto di risolvere il problema sarebbe quello di recuperare i ruoli che Dio aveva affidato alla coppia, diventando così partners che si completano a vicenda. Io sono arrivato perfino all'assurdo di consigliare ad alcune donne sposate di non venire più in chiesa.

Simile a questo fu il consiglio che detti ad una sorella australiana; che però, sul momento, pensò che stessi scherzando. In seguito, quando si rese conto che non avevo nessuna voglia di scherzare, allora mi rispose che per lei era impossibile mettere in pratica il mio consiglio, perché aveva un gran bisogno di stare insieme ai suoi fratelli. Dopo diciotto mesi, quando tornai di nuovo in quella comunità, ritrovai quella sorella. Era molto felice, e mi raccontò che per un anno intero non aveva più frequentato la chiesa; gli costò molto, ma ringraziò il Signore, perché ora suo marito era con lei. Un'altra donna, questa volta in Inghilterra, venne da me con un problema da risolvere. Gli chiesi se fosse sposata, e se per caso il suo problema non fosse proprio suo marito. Mi rispose che il problema non era lui, allora io gli dissi di prendere la sua questione e di portarla al suo uomo. La sorella affermò che il suo uomo non era credente, e che quindi non aveva molta stima di lui, per cui insistette. In genere quando si presenta un caso simile, io faccio notare alle sorelle che Dio ha potuto parlare anche attraverso un asino, e questo riesce a convincere il novanta per cento d'esse che possono tentare. Non fu così però nel caso in questione; quindi essa perseverò nel voler discutere con il sottoscritto. Con rincrescimento interruppi quella conversazione e la invitai di nuovo a fare ciò che ritenevo giusto, per cui essa s'arrabbiò molto con me. Ho saputo poi che lei ha parlato con alcune sue amiche mettendole in guardia contro il mio comportamento, che a suo dire era quello di una persona senza compassione, che non comprende l'angoscia di chi vive insieme ad un incredulo.

L'anno seguente tornai di nuovo nella stessa chiesa, dove trovai ancora la medesima persona, questa volta però con un problema diverso dal precedente. Il quesito che voleva rivolgermi in quell'occasione, riguardava davvero suo marito, ed era rappresentato dal fatto che oramai lui era già spiritualmente molto più avanti di lei, e ciò non le piaceva per niente. Mi spiegò che in seguito al mio rifiuto d'aiutarla si sentì abbandonata senza sapere a chi rivolgersi, per cui fu costretta a parlare del suo problema con suo marito. Egli rimase talmente stupito del fatto d'aver saputo dare la risposta giusta a quel quesito, che incominciò ad avere interesse per le cose cristiane. Due mesi dopo si battezzò ed in poco tempo divenne molto più maturo di lei. Mi resi conto che era proprio difficile contentare quella donna: non le piaceva suo marito quando era incredulo, e continuava a non esserle gradito via via che diventava più credente di lei. A questo punto era chiaro che il vero problema non fosse il marito di quella donna, ma era lei stessa, per la pretesa assurda d'avere come compagno un uomo fatto su misura per lei. Le spiegai che doveva ravvedersi per questo suo comportamento, e che doveva essere lei a camminare al fianco di suo marito, e non pretendere che fosse lui a seguirla.

Personalmente, io non battezzerei mai una moglie senza il permesso del marito. Questo fu ciò che dissi una volta ad un gruppo di pastori pentecostali, i quali restarono addirittura sconvolti dal mio atteggiamento. Uno di loro doveva appunto battezzare una donna sposata la domenica seguente, e non aveva mai parlato con il marito. Io lo consigliai di farlo al più presto, perché, secondo il mio punto di vista, lui stava passando sopra l'autorità del capo famiglia. Il giorno seguente quel pastore tentò di parlare con il marito, e così s'accorse che i due non si rivolgevano nemmeno la parola, per cui mi telefonò per chiedermi come mi sarei comportato in una tale situazione. La mia risposta fu d'aspettare fin quando non avesse avuto il benestare, e che forse non sarebbe mai stata battezzata se non fosse arrivato.

Passarono circa due mesi prima di ricevere un'altra telefonata da quel pastore, ma questa volta era davvero soddisfatto, perché s'accingeva a battezzare marito e moglie contemporaneamente. Affermò che una cosa simile non gli era mai capitata prima d'allora, ma ciò era ovvio, perché lui non s'era mai comportato in quel modo. In casi come questi, in qualità di responsabili di chiesa, dobbiamo subito ricordare alla moglie che suo marito è anche il suo capo. A questa precisazione, le donne cristiane, solitamente rispondono che riconosceranno il marito come capo, solo quando sarà diventato un credente anche lui. Lasciatemi ripetere ancora una volta che tutto questo è sbagliato, il marito è in ogni caso il capo della moglie! Dio vuole che sia così.

Quando una donna riconosce come suo capo il marito, si crea nella coppia una situazione che può favorire anche la conversione dell'uomo, per questa ragione noi dobbiamo sempre provare a percorrere tale strada. Non credo, invece, che possa avere effetto il tentativo di manipolazione, anche se esercitato attraverso la preghiera. Non voglio affermare che la preghiera non debba essere usata in questi casi, ma che chi prega, anziché chiedere di cambiare il marito, dovrebbe chiedere d'essere aiutata a trovare la forza per amare di più il suo uomo. Noi pastori spesso siamo poco sensibili a questi problemi. Appena una donna si converte, subito ci lasciamo prendere dall'entusiasmo, e così facciamo di tutto per battezzarla al più presto ed attrarla a tutti i nostri incontri. Dobbiamo ammettere d'essere stati troppe volte incuranti di tutte le difficoltà che la conversione di una donna sposata può portare all'interno della propria famiglia. E' bene in ogni caso sapere che saremo responsabili anche noi, se quella conversione si tradurrà nella rottura di un matrimonio.

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Noi dovremmo insegnare che il Signore, da allora in poi, s'aspetta che quella moglie ami suo marito come non ha mai fatto prima, per rafforzare quel matrimonio, e dimostrare effettivamente la bontà della conversione. Io consiglio di tenere un comportamento simile anche in casi diversi da quelli fin qui esaminati, e che riguardano la coppia. A questo proposito voglio fare un altro esempio: una tredicenne mi chiese di battezzarsi, ed io, che indagavo sempre se nel battezzando v'erano cambiamenti che facessero pensare ad una reale conversione, decisi di parlare con i suoi genitori ed i suoi insegnanti. I giudizi che ebbi su di lei furono davvero deludenti, i suoi genitori affermarono che secondo loro il suo cristianesimo non valeva poi molto, mentre secondo gli insegnanti il suo lavoro, negli ultimi periodi, fu addirittura peggiore. A quella ragazza chiesi di rimandare il battesimo di un anno, perché non mi sembrava ancora matura per quel passo. Fu però una gran soddisfazione, quando dopo circa un anno, io battezzai quella ragazza insieme con i suoi genitori, ma il bello fu che ora lei è missionaria in Sud America, e suo padre e sua madre evangelisti.


L'UOMO

La punizione per il peccato commesso in Eden, non riguardò solo Eva, ma anche Adamo ebbe il suo castigo, perché anche lui peccò. Come nel caso della donna, anche in questo è stato colpito l'aspetto più importante del ruolo svolto che, come abbiamo già visto, era il lavoro. Adamo ebbe da Dio un lavoro ancor prima di una moglie, e si sentì pienamente realizzato in esso. Egli lavorò solo per il piacere di farlo, non ricevette mai uno stipendio per ciò che fece. Purtroppo, dopo che il peccato fu commesso, il lavoro perse la sua caratteristica di piacere e si fece molto più duro, tanto che ancor oggi è ritenuto, dalla maggior parte delle persone, un male necessario. Dalle mie parti si pensa che la qualità della vita sia tanto migliore quanto più tempo libero s'abbia a disposizione, per cui, per ottenerlo, si fanno molte lotte sindacali.

Io penso che sia sbagliato credere che per godersi la vita occorrano tanti soldi in tasca ed altrettanto tempo libero. Dio ci ha creato in modo che potessimo sentirci realizzati solo essendo creativi nel nostro lavoro. Noi pastori raramente insegniamo qualcosa al riguardo, perché la maggior parte di noi non ha un lavoro, nel senso comune d'intenderlo. E' bene però ricordare che il lavoro è la prima cosa di cui dobbiamo parlare ai nuovi convertiti. In genere, noi pastori, insegniamo a pregare, a leggere la Bibbia, a testimoniare o servire la chiesa; queste cose dovrebbero essere relegate al tempo libero, e non all'occupazione principale, che per un uomo dovrebbe essere il lavoro. Un discepolo di Gesù deve considerare il suo lavoro come un vero e proprio servizio cristiano. Purtroppo, anche in questo caso, la chiesa è stata influenzata dalla cultura greca. I greci, ai giorni della loro gran potenza, vivevano solo per il tempo libero; il loro lavoro era svolto dagli schiavi, che ammontavano ai due terzi della popolazione totale. In tal modo, l'altro terzo del popolo, poteva godersi il tempo libero e dedicarsi all'arte ed alla filosofia.

Quel popolo, considerava vita vera e propria soltanto il tempo libero. Noi abbiamo ereditato in pieno questa filosofia, per cui, i nostri giovani che si convertono, tendono a lasciare da parte il lavoro per svolgere un servizio cristiano a tempo pieno. In certi casi si sente perfino affermare che alcuni di loro chiedono d'essere mantenuti dai propri genitori, per potersi dedicare totalmente al servizio della chiesa. Anche in questo caso devo ricordare che non c'è niente di più sbagliato secondo il Nuovo Testamento. Paolo, in una delle sue lettere, sostiene che il nostro primo dovere è guadagnare i nostri soldi lavorando, per mantenere noi stessi, la nostra famiglia ed aiutare chi si trova nel bisogno. E' evidente, da ciò che dice, che considerava già il lavoro come un servizio cristiano a tempo pieno. Un fratello che afferma d'avere un lavoro secolare, significa che lo considera ancora un male necessario. Questo modo di pensare è la diretta conseguenza dal peccato commesso in Eden.

E' bene ricordare che, se anche Gesù ha lavorato per circa diciotto anni ed ha prestato il suo ministero per circa tre, significa che anche per lui vi è stato un rapporto di sei ad uno tra lavoro e tempo libero; tale e quale al Padre, con i suoi sei giorni lavorativi. Una delle rivoluzioni che il cristianesimo ha portato nel mondo antico, è stata la redenzione del lavoro, in particolar modo quello manuale, al quale ha reso dignità. Gesù che ha lavato i piedi sporchi dei suoi discepoli, ha trasformato la nostra idea di lavoro. Non dimenticherò mai la testimonianza di un fratello cinese che fu incarcerato per diciassette anni a causa della sua fede. Lui era l'unico cristiano in quella prigione, per cui ogni giorno gli erano affidati i lavori più degradanti. Tutti i gabinetti della prigione confluivano in una fossa quadrata che giornalmente doveva essere vuotata, e quello era un suo compito. Quel fratello era piccolo di statura, per cui non arrivava a svuotarla completamente, senza immergersi dentro fino all'altezza delle costole. Egli, ovviamente, si chiedeva perché Dio permettesse tutto ciò.

Un giorno, mentre stava lavorando, si ricordò che a lui non era permesso né pregare ad alta voce né cantare lodi, ma s'accorse che in quei momenti tutti gli stavano molto lontani, perciò anche se l'avesse fatto, nessuno l'avrebbe sentito, e così fu felice anche in quella condizione. Si ricordò un canto insegnato da un missionario americano: "Sono venuto al giardino da solo mentre la rugiada era ancora sulle rose, e lui cammina con me, parla con me e m'assicura che io gli appartengo". Quello era servizio cristiano a tempo pieno, un lavoro sporco ma alla gloria di Dio. E' importante insegnare ai nostri giovani che potremo essere servitori a tempo pieno, solo quando avremo imparato a svolgere il nostro lavoro alla gloria di Dio. La Bibbia afferma che chiunque ha una mente ed un corpo sani, deve essere autosufficiente per mezzo del suo lavoro. Un cristiano non deve essere né mendicante né ladro, anche se uno dei risultati del peccato è che il lavoro è diventato brutto e tutti cercano d'evitarlo il più possibile.

A Dio non interessa tanto il lavoro che stiamo svolgendo, quanto il modo in cui lo stiamo svolgendo. Dio ci chiama a redimere il lavoro per mostrare che può essere svolto alla sua gloria. Egli sta cercando persone di tutti i mestieri, siano essi tassisti o predicatori è lo stesso, l'importante è che presentino il loro lavoro come una forma d'adorazione. In Inghilterra c'è una città molto sporca, con sacchi di spazzatura dappertutto ed i graffiti su tutti i muri. A quel grigiore fanno eccezione solo alcune strade, che a differenza delle altre sono ben pulite. La ragione di quella differenza sta nel fatto che chi le pulisce è un cristiano. Quel fratello, tutte le mattine prima di recarsi al lavoro, si presenta davanti al Signore con i suoi arnesi, chiedendo che la sua giornata lavorativa sia benedetta. Io sono sicuro che anche quell'uomo abbia un servizio cristiano a pieno tempo. A mio avviso ci sono pastori ed evangelisti, che pur avendo un servizio cristiano a pieno tempo, tuttavia non lavorano per Dio quanto quel fratello che, invece di predicare, spazza le strade.

Tutti noi, che crediamo in Dio, siamo chiamati a redimere gli effetti della caduta. Siamo chiamati ad abbattere la concorrenza tra i due sessi, per mezzo della collaborazione nei nostri ruoli. Siamo chiamati a riscattare il lavoro quotidiano per farlo diventare un'offerta a Dio, perché Il modo in cui svolgiamo i nostri compiti può portargli realmente molta gloria. Dio stesso si è preso la briga di coprire le vergogne (peccati) della prima coppia, facendo però le cose a modo suo; vestendoli con delle pellicce. Mi piacerebbe che gli animalisti che dalle mie parti incendiano le pelliccerie, sapessero che la prima pelliccia è stato proprio Dio a farla. Questo naturalmente non giustifica lo sterminio; io vedo, in ogni caso, che tutti noi abbiamo degli animali ai nostri piedi, ed è giusto indossarli perché noi possiamo usarli anche per questi scopi. Purtroppo, qualcuno di loro è dovuto morire, perché potessimo indossare le nostre scarpe.

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05/01/2009 21:40
 
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Le foglie di fico erano una copertura alquanto precaria per i nostri progenitori, ma per avere qualcosa di più efficace era necessario uno spargimento di sangue. Il principio del sacrificio inizia proprio qui, in Eden, un principio il cui tema ricorre in tutta la Bibbia. Ogni atto di perdono deve essere scritto con il sangue di qualcuno. Nel Nuovo testamento il perdono è scritto nel sangue di Gesù. Probabilmente questa può essere la ragione per cui Caino non ebbe scuse. Abele, forse, dietro il racconto dei genitori su come ottennero quelle pellicce al posto delle foglie, comprese il principio del sacrificio. Caino, invece, pensò che bastassero le foglie, per questo egli non ebbe il favore di Dio.

Un po' più avanti nella Bibbia troviamo dei rituali complessi a riguardo dei sacrifici, che sono l'attuazione di quel primo atto compiuto per i nostri progenitori. Con quest'atto Dio mostrava la sua misericordia nei nostri confronti, ma non era sufficiente, perché doveva mostrare anche la sua giustizia. Per questo tagliò l'accesso alla vita eterna, perché se Dio ci permettesse di vivere per sempre così come noi siamo, rovineremmo irrimediabilmente tutto l'universo. Tutti noi ci portiamo dietro le conseguenze di quella ribellione, per cui siamo inclini al male fin dalla più tenera età, l'egoismo ci perseguita fin dalla fanciullezza. Ricordo che i nostri figli, crescendo, mostravano sempre più chiaramente i segni di questa realtà. A me ed a mia moglie dava molto fastidio vedere le nostre debolezze riflesse in loro; ed anche se chiamammo Angela la nostra terza figlia, ci accorgemmo che poi non era totalmente angelica.

Tutti i miei figli hanno imparato a dire prima di no che di si, non ho dovuto insegnargli a mentire, ma a dire la verità. Non gli ho mai dovuto insegnare ad essere maleducati, ma beneducati e cortesi, mi chiedo: erano peggiori dei vostri? O forse anche i vostri erano così. Mi sto rendendo conto che produciamo dei piccoli Adamo ed Eva che hanno bisogno d'essere redenti. Ogni genitore ha il dolore di vedere apparire il peccato nei propri figli, e per quanto s'impegni ad evitarlo, alla fine la loro natura verrà fuori, e si riveleranno come figli di Adamo. Attraverso il peccato di un solo uomo, tutta la razza umana è nata con una tendenza sbagliata. Alcune persone affermano che non è giusto che noi soffriamo a causa di Adamo; e questo è proprio il significato di un versetto nel salmo cinquantuno. Il re Davide, autore di quel Salmo, in una sola volta infranse cinque dei dieci comandamenti, questo accadde quando concupì Bersabea, testimoniò il falso, rubò la moglie di un suo soldato, commise adulterio, ed organizzò un omicidio.

Tutto questo fu commesso da colui che la Bibbia definisce come il migliore re che sia mai esistito in Israele. Quando il profeta Nathan l'accusò, Davide si pentì, e quel salmo nacque proprio dal suo rimorso. Quel re s'assunse tutte le responsabilità per ciò che aveva fatto, ma c'è un versetto in particolare che vorrei farvi notare, ed è il settimo. In quel versetto dice d'essere stato concepito nel peccato, e non sta cercando di scusarsi, ma afferma d'essere nato con quella tara. La teologia cattolica ha interpretato quel versetto, come se Davide avesse pensato d'essere stato concepito per mezzo del peccato. In altre parole ha interpretato il sesso come peccato, ma questo è un errore, giacché Davide voleva solo affermare che fin dal suo concepimento aveva ereditato una natura che lo spingeva a peccare. Per questo Davide chiese a Dio un cuore nuovo, perché capì che quello che aveva non era buono. Davide capì che quell'errore che aveva commesso, e di cui si sentiva pienamente responsabile, l'avrebbe commesso di nuovo se Dio non avesse cambiato il suo cuore. Questa è davvero una preghiera meravigliosa, che Dio esaudisce cambiandoci in uomini nuovi in Cristo, tutto ciò che è in Adamo è morto, e tutto ciò che è in Cristo sarà vivificato. In Cristo siamo tutte persone nuove, quindi non apparteniamo più alla specie homo sapiens, ma all'homo novus, una nuova specie che fa parte della nuova creazione.

Gesù, spesso, è chiamato il secondo Adamo proprio per questa ragione, perché non ritenendo una cosa da custodire gelosamente, l'essere come Dio, si è abbassato fino a farsi uomo, comunicandoci così la sua natura divina. Gli esseri umani hanno cercato d'essere come Dio, Dio invece si è fatto uomo. In Eden la prima coppia disse: "Non la tua, ma la nostra volontà sia fatta". Gesù invece dice: "Non la mia, ma la tua volontà sia fatta", e diventò ubbidiente fino all'ultimo. C'è davvero un gran contrasto, tra il comportamento del primo Adamo e quello del secondo. Così l'ubbidienza di un solo uomo ha riparato il danno. Questo è ciò che insegna la Bibbia. Ogni persona che sta vivendo, o vive in Adamo oppure in Cristo. Chi vive in Adamo pecca e muore, ma in Cristo è una persona nuova, parte di una nuova umanità in una nuova creazione.

Nel terzo capitolo di Genesi ci sono parole orribili come: timore, colpa, vergogna, pagare, dolore e morte, tutte parole che descrivono l'attuale tipo di vita, ma Dio non le ha mai intese come parte del nostro vocabolario, perché sono solo il risultato della disubbidienza. Tutto il resto della Bibbia, ha che fare solo con Dio che ripara il danno fatto, che trova il modo di redimere i figli di Adamo, e di creare nuovi cieli e nuova terra. Io ho cercato di mostrare che questi tre capitoli sono molto importanti perché si pongono come fondamento per tutto il resto della Bibbia, spiegano le nostre difficoltà ed indicano la via e la soluzione ai problemi dell'umanità. Se non credi alle prime pagine della Bibbia, sono convinto che neanche tutto il resto avrà per te un gran senso. In questi tre capitoli c'è la chiave per comprendere la Bibbia.

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