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GENESI
 
 
 IN PRINCIPIO DIO CREO' IL CIELO E LA TERRA

                                                                

 

 

Origene - Genesi

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2011 20:44
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26/04/2011 20:28
 
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Sia circonciso anche l'occhio, per non bramare le cose altrui, per non guardare una donna con concupiscenza (cf Es 20, 17; Mt 5, 28): chi, lascivo e curioso, vaga con gli sguardi sulle forme femminee, è incirconciso di occhi.

Chi, sia che mangi sia che beva, come comanda l'Apostolo, mangia e beve a gloria di Dio (cf 1 Cor 10, 31), è circonciso nel gusto; mentre colui il cui Dio è il ventre (cf Fil 3, 19) ed è schiavo dei piaceri della gola, potrei dire che ha il gusto incirconciso.

Chi contiene il buon odore del Cristo (2 Cor 2, 15), e ricerca nelle opere di misericordia l'odore soave (cf Gen 8, 21; Lv 1, 9; ecc.), ha l'odorato circonciso; invece chi avanza cosparso dei migliori unguenti (Am 6, 6), dobbiamo chiamarlo incirconciso nell'odorato.

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Ma anche ogni singolo membro, se è soggetto, nella sua funzione, ai comandamenti di Dio, può dirsi circonciso; se invece si abbandona alla lussuria, al di là delle leggi prescrittegli da Dio, è da ritenersi incirconciso. Penso sia questo quel che ha detto l'Apostolo: Come infatti avete offerto le vostre membra per servire all'iniquità per l'iniquità, così ora offrite le vostre membra per servire alla giustizia per la santificazione (Rm 6, 19).

Quando le nostre membra servivano alla iniquità, non erano circoncise, e non c'era in esse il patto di Dio; ma quando hanno incominciato a servire alla giustizia per la santificazione (cf Rm 6, 19), si adempie in esse la promessa che è stata fatta ad Abrahamo. Allora infatti viene sigillata in loro la legge di Dio e il suo patto.

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Questo è veramente il sigillo della fede (cf Gen 17, 11; Rm 4, 11), che contiene il patto dell'alleanza eterna fra Dio e l'uomo; questa è la circoncisione che, mediante Gesù, fu data al popolo di Dio con coltelli di pietra (Gs 5, 2). E qual è il coltello di pietra, e quale la spada, con cui è stato circonciso il popolo di Dio? Ascolta quel che dice l'Apostolo: Viva è la parola di Dio, efficace, e più acuta di ogni spada acuta dall'una e dall'altra parte, e giunge fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; e discerne i pensieri e le intenzioni del cuore (Eb 4, 12); questa è dunque la spada, con la quale dobbiamo essere circoncisi, e della quale dice il Signore Gesù: Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la spada (Mt 10, 34): non ti sembra più degna questa circoncisione, e che in essa si debba collocare il patto di Dio?

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Confronta, se ti fa piacere, queste nostre cose con le vostre favole giudaiche e turpi narrazioni, e vedi se in quelle vostre, o non piuttosto in queste che sono annunciate nella Chiesa del Cristo, si osservi la circoncisione che viene da Dio; se non ti accorgi e capisci da te stesso che la circoncisione della Chiesa è onorevole, santa, degna di Dio, mentre la vostra è turpe, sconcia, deforme, e che preferisce la volgarità anche nell'attitudine e nell'aspetto.

Dice Dio ad Abrahamo: Sarà la circoncisione e il mio patto sulla tua carne (Gen 17, 13). Se tale sarà la nostra vita, così proporzionata e composta in tutte le sue membra, che tutti i nostri movimenti si svolgano secondo la legge di Dio, veramente sarà sulla nostra carne il patto di Dio (cf Gen 17, 13).

Con questo abbiamo percorso brevemente l'Antico Testamento, per confutare coloro che confidano nella circoncisione della carne, e, insieme, per edificare la Chiesa del Signore.

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Il patto di nostro Signore

7. Passo ora al Nuovo Testamento, in cui è la pienezza di tutte le cose, e quindi voglio mostrare come anche noi possiamo avere sopra la nostra carne il patto del nostro Signore Gesù Cristo. Infatti non basta che tali cose si dicano solo nominalmente e a parole, ma bisogna adempiere con i fatti. Dice l'apostolo Giovanni: Ogni spirito che confessa che Gesù è venuto nella carne, è da Dio (1 Gv 4, 2); e che dunque? Se uno che pecca e non agisce rettamente confessa che Gesù è venuto nella carne, ci sembrerà che confessi nello Spirito di Dio? Questo non è avere il patto di Dio sulla carne, ma nella voce. A lui si dice subito: Ti sbagli, o uomo, il regno di Dio non è nella parola, ma nella potenza (1 Cor 4, 20).

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26/04/2011 20:30
 
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Sto cercando come sarà il testamento del Cristo sopra la mia carne. Se mortificherò le mie membra, che sono sulla terra (cf Col 3, 5), avrò il patto del Cristo sopra la mia carne; se sempre porterò intorno nel mio corpo la morte di Gesù Cristo (cf 2 Cor 4, 10) nel mio corpo c'è il patto del Cristo, poiché, se soffriamo insieme, insieme anche regneremo (2 Tm 2, 12); se sarò piantato a somiglianza della sua morte (cf Rm 6, 5) mostro che il suo patto è sulla mia carne.

A che giova che io dica che il Cristo è venuto soltanto in quella carne che ha assunto da Maria, e non mostri che è venuto anche in questa mia carne? Allora solamente lo mostro, se, come prima ho offerto le mie membra per servire all'iniquità per l'iniquità, ora le volgerò e le offrirò per servire alla giustizia per la santificazione (cf Rm 6, 19).

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Mostro che il patto di Dio è nella mia carne, se potrò dire con Paolo che sono con-crocifisso con il Cristo; vivo non più io, ma vive in me il Cristo (Gal 2, 19-20), e se potrò dire, come egli diceva: Io poi porto le stigmate del mio Signore Gesù Cristo nel mio corpo (Gal 6, 17): veramente mostrava che il patto di Dio era sulla sua carne, lui che diceva: Chi ci separerà dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù? La tribolazione, l'angoscia, il pericolo, la spada? (Rm 8, 35. 39).

Infatti, se confessiamo soltanto con la voce Gesù Signore, e non mostriamo che il patto di lui è sulla nostra carne secondo quanto abbiamo esposto sopra, sembrerà che anche noi facciamo qualcosa di simile ai Giudei, che pensano di confessare Dio soltanto per il segno della circoncisione, ma lo negano con i fatti.

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Conceda dunque a noi il Signore di credere con il cuore, di confessare con la bocca (cf Rm 10, 9), di provare con le opere che il patto di Dio è sulla nostra carne, affinché gli uomini, vedendo le nostre opere buone, diano gloria al nostro Padre che è nei cieli (cf Mt 5, 16), per Gesù Cristo, nostro Signore, al quale è la gloria nei secoli dei secoli. Amen (Gal 1, 5).





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Origene

Omelia quarta sul Genesi

Di quel che è scritto: Dio apparve ad Abrahamo

1. Abbiamo ascoltato la proclamazione di un'altra visione di Dio ad Abrahamo, avvenuta in questo modo: Iddio apparve ad Abrahamo, mentre era seduto all'entrata della sua tenda, presso il querceto di Mambre. Ed ecco tre uomini stettero su di lui, e, guardando coi suoi occhi, Abrahamo vide, ed ecco tre uomini su di lui, ed egli usci incontro a loro, eccetera (Gen 18, 1-2).

In primo luogo, se vi sembra il caso, paragoniamo questa visione con quella che avvenne a Lot.

Tre uomini vengono ad Abrahamo, e stanno su di lui; da Lot vengono due, e si siedono nella piazza (cf Gen 19, 1): guarda se le cose non avvengono in proporzione al merito per un disegno dello Spirito Santo. Certo Lot era di gran lunga inferiore ad Abrahamo; se non gli fosse stato inferiore, non si sarebbe separato da Abrahamo, e non gli avrebbe detto: Se tu vai a destra, io a sinistra; se tu vai a sinistra, io a destra (Gen 13, 9); e se non gli fosse stato inferiore, non gli sarebbero piaciute la terra e la dimora con i Sodomiti.

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Vengono dunque ad Abrahamo tre uomini, a mezzogiorno, e da Lot ne vengono due, e alla sera: giacché Lot non era capace di accogliere l'intensità della luce meridiana; mentre Abrahamo fu capace del pieno fulgore di quella luce.

Vediamo ora come Abrahamo e Lot accolgano quelli che vengono a loro, e confrontiamo i preparativi per l'ospitalità dell'uno e dell'altro. Però, nota per prima cosa che ad Abrahamo, assieme ai due angeli, si presentò anche il Signore, mentre da Lot vanno soltanto i due angeli. E cosa dicono? Il Signore ci ha mandato a distruggere la città, e a mandarla in rovina (cf Gen 19, 13): dunque egli accolse quelli che possono dare la rovina, e non accolse colui che può salvare; Abrahamo, invece, accolse sia colui che salva, che quelli che mandano in perdizione.

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Consideriamo ora in che modo ciascuno accolga.

Abrahamo vide, e corse loro incontro (Gen 18, 2): guarda come Abrahamo è continuamente operoso e alacre nel servizio. Egli stesso corre incontro, e, dopo essere andato incontro, ritorna in fretta alla tenda e dice alla sua moglie: Affrettati alla tenda (Gen 18, 6); vedi nei singoli gesti quale sia la prontezza di colui che accoglie: ci si affretta in tutto, tutto appare urgente, non si fa niente adagio adagio.

Dice dunque a Sara sua moglie: Affrettati alla tenda, e impasta tre misure di fior di farina, facendone delle focacce cotte sotto la cenere (Gen 18, 6); in greco la parola è egkryfìas, che indica pani celati o nascosti.

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26/04/2011 20:32
 
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Egli poi corse alla stalla e prese un vitello (Gen 18, 7): quale vitello? forse il primo che gli capitò? Non è così, ma un vitello buono e tenero (cf Gen 18, 7): anche se fa tutte le cose in fretta, sa bene quali cose, speciali e grandi, siano da offrirsi a Dio e agli angeli.

Prese dunque, o scelse dalla mandra, un vitello buono e tenero e lo diede al servo; il servo si affrettò a prepararlo (Gen 18, 7): corre lui, si affretta la moglie, è celere il servo, non c'è alcun pigro nella casa del sapiente.

Apparecchia dunque il vitello, insieme con i pani e la focaccia, ma anche latte e burro: questo è il servizio di ospitalità di Abrahamo e di Sara.

Consideriamo ora quel che fa Lot: egli non ha né fior di farina, né pane mondo, ma farina; non conosce le tre misure di fior di farina, e non può apparecchiare per i visitatori le egkryfìas, cioè i pani nascosti e mistici.

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Si lavino i vostri piedi

2. Continuiamo intanto a vedere come si comporta Abrahamo con i tre uomini che stettero su di lui (cf Gen 18, 2); considera cosa significhi il fatto stesso che vengono su di lui, non contro di lui. Poiché davvero si era assoggettato alla volontà di Dio, si dice che Dio sta su di lui; apparecchia i pani impastati con tre misure di fior di farina: accolse tre uomini, impastò i pani con tre misura di fior di farina; tutto quel che fa è mistico, tutto è pieno di misteri.

Apparecchia il vitello, ecco un altro mistero; e il vitello non è duro, ma buono e tenero; e che cosa è tanto tenero e buono quanto colui che si umiliò per noi fino alla morte (cf Fil 2, 8), e pose l'anima sua per i suoi amici (cf 1 Gv 3, 16; Gv 15, 13)? Egli è il vitello ingrassato, che il Padre immola per accogliere il figlio pentito (cf Lc 15, 23). Infatti egli ha tanto amato il mondo, da dare il suo figlio unico per la vita del mondo (Gv 3, 16).

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E il sapiente sa bene chi accoglie: corre incontro ai tre, e uno solo adora, a uno solo parla: Scendi dal tuo servo, e ristorati sotto l'albero (Gen 18, 3-4).

Ma come mai aggiunge di nuovo, quasi parlando a uomini: Si prenda dell'acqua, e si lavino i vostri piedi (Gen 18, 4)?

Con ciò Abrahamo, padre e maestro delle genti, ti insegni come devi accogliere gli ospiti, e che tu lavi i piedi agli ospiti, tuttavia anche questo è detto in mistero: sapeva infatti che i sacramenti del Signore non si compiono se non nella lavanda dei piedi (cf Gv 13, 6); ma non gli sfuggiva la severità del precetto detto dal Salvatore: Se non vi accoglieranno, scuotete anche la polvere, che si è attaccata ai vostri piedi, in testimonianza per loro. In verità vi dico che, nel giorno del giudizio, ci sarà più tolleranza per la terra di Sodoma che per quella città (cf Mc 6, 11 e Mt 10, 15).

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Voleva dunque prevenire, e lavare i piedi, che per caso non ci restasse un po' di polvere, che potesse essere riserbata per il giorno del giudizio, da scuotersi a testimonianza dell'incredulità. Per questo dunque il sapiente Abrahamo dice: Si prenda dell'acqua, e si lavino i vostri piedi.

Sotto l'albero di Mambre

3. Vediamo ora quel che è detto in seguito: Abrahamo poi stava ritto presso di loro, sotto l'albero (Gen 18, 8). Procuriamoci orecchie circoncise per tali narrazioni; non è da credersi che stesse tanto a cuore allo Spirito Santo di scrivere nei libri della legge dove stava Abrahamo. Quale utilità c'è per me, che sono venuto ad ascoltare, che cosa insegna lo Spirito Santo all'umanità, se ascolterò che Abrabamo stava sotto l'albero? Ma vediamo quale sia l'albero sotto cui stava Abrahamo, e offriva un convito al Signore e agli angeli.

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26/04/2011 20:33
 
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Dice: Sotto l'albero di Mambre (cf Gen 18, 1): Mambre nella nostra lingua significa visione o perspicacia: vedi quale, e di che genere, è il luogo, in cui il Signore può tenere un convito? Si è compiaciuto della visione e della perspicacia di Abrahamo: infatti era puro nel cuore, così da poter vedere Dio (Mt 5, 8).

Dunque in tali luoghi, e in un cuore simile, il Signore può tenere un convito con i suoi angeli. In effetti, un tempo i profeti erano chiamati veggenti (cf 1 Sam 9, 9).




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26/04/2011 20:34
 
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Indice
Origene: Omelia IV sul Genesi
Seconda parte


Dov'è Sara?

4. Che cosa dunque dice il Signore ad Abrahamo? Dov'è Sara, tua moglie? E lui: Eccola, risponde, nella tenda. E dice il Signore: Verrò sicuramente da te a un certo tempo, e proprio in questo tempo, Sara tua moglie avrà un figlio. Sara ascoltava, stando dietro la porta della tenda, dietro ad Abrahamo (cf Gen 18, 9-10).

Imparino le donne dall'esempio dei patriarchi, imparino, dico, le donne, a seguire i loro mariti; infatti non senza motivo è stato scritto che Sara stava dietro Abrahamo, ma per mostrare che, se l'uomo va avanti verso il Signore, la moglie deve seguirlo; dico cioè che la donna deve seguire, se vede il suo marito stare presso il Signore.

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26/04/2011 20:35
 
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Del resto eleviamoci a un grado più alto di intelligenza, e diciamo che, in noi, l'uomo è il senso spirituale, e la donna, a lui congiunta come a marito, è la nostra carne. Dunque la carne segua sempre il senso spirituale, e non si giunga mai a tal punto di pigrizia, che il senso spirituale, ridotto in schiavitù, obbedisca alla carne che ondeggia nella lussuria e nei piaceri.

Sara stava dietro Abrahamo: ma in questo tratto possiamo anche cogliere l'aspetto mistico, se consideriamo come, nell'Esodo, Dio andava avanti, di notte nella colonna di fuoco, e di giorno nella colonna di nube (cf Es 13, 21), e la sinagoga del Signore andava dietro, dopo di lui. Così anche intendo che Sara seguiva, o stava dietro Abrahamo.

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Cosa dice dopo? Erano entrambi presbiteri, cioè anziani, e avanzati negli anni (Gen 18, 11): per quel che riguarda l'età del corpo, molti prima di loro avevano condotto una vita molto più longeva per gli anni, ma nessuno è stato chiamato presbitero; per cui si vede che tale nome è attribuito non in ragione della longevità, ma della maturità.

Il Signore è disceso

5. E che dunque accadde dopo un tale e tanto convito, offerto da Ahrahamo al Signore e agli angeli sotto l'albero della visione?

Gli ospiti se ne vanno. Abrahamo poi li accompagnava e camminava con loro. E il Signore disse: Non posso celare ad Abrahamo, mio servo, quel che farò, poiché Abrahamo diventerà un popolo grande
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e numeroso, e in lui saranno benedette tutte le genti della terra. Sapeva infatti che avrebbe dato ordini ai suoi figli, e avrebbero osservato le vie del Signore, per fare giustizia e giudizio, affinché il Signore adempisse con Abrahamo quel che gli aveva rivelato. E disse: Il clamore di Sodoma e di Gomorra è giunto al colmo, e i loro peccati sono troppo grandi. Dunque sono disceso per vedere se sono giunti al grado estremo, secondo il loro stesso clamore, arrivato fino a me; o se altrimenti, per saperlo (Gen 18, 16-21).

Queste sono le parole della Scrittura divina: vediamo dunque ora che cosa, in esse, si debba degnamente comprendere.

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