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GENESI
 
 
 IN PRINCIPIO DIO CREO' IL CIELO E LA TERRA

                                                                

 

 
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La Creazione (1)

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 19:40
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21/01/2009 19:40
 
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GENESI

1) Il racconto della Creazione. (1,1  - 2,25)


Nel racconto dell'origine dell'universo e dell'umanità non dobbiamo cercare un criterio scientifico di esposizione, ma troviamo invece alcune verità di fede fondamentali:
unicità di Dio che crea tutto ed e' distinto dal mondo, bontà di tutte le cose create, particolare dignità della creatura umana, e le intenzioni di Dio nei riguardi dell'uomo come creatura al quale si vuole offrire salvezza.
Gli esseri vengono all'esistenza per l'appello di Dio, come opera della sua Parola, secondo un ordine crescente di dignità, fino all'uomo, immagine di Dio e re della creazione.
I "giorni" vanno intesi come periodi lunghissimi di tempo.
La creazione e' un'opera compiuta, che Dio continua a governare.
Il riposo divino e' modello del riposo umano, che ha un significato religioso.
Dio plasmò l'uomo come un vasaio, quindi usa la polvere del suolo, che nell'ebraico da' il nome all'essere plasmato: adam.
Eden, il paradiso terrestre, significa pianura, steppa.
La descrizione del giardino evoca una pienezza di delizie. L'albero della vita indica immortalità.
All'inizio del capitolo 2° (2,4ss) troviamo un altro racconto della creazione molto più schematico.
La ragione e' che l'autore, nel momento in cui mette per iscritto la storia sacra, utilizza quelle che per tutto il tempo precedente erano state tradizioni orali, trasmesse, ripetute fedelmente da padre in figlio, integralmente e con grandissima attenzione e rispetto, proprio perché nulla di importante venisse dimenticato. La scrittura era agli inizi, non era diffusa e anche dopo rimane a disposizione di pochi.
Così il libro della Genesi comprende sezioni di tradizioni del sud, della Giudea, redatte sotto Davide e Salomone intorno all'anno 1.000 A.C., fonti del nord scritte in Israele verso l'VIII° secolo e la tradizione del clero di Gerusalemme, detta "sacerdotale", che fornisce giustificazioni riguardo alle leggi liturgiche e ai rituali.
Solo allora infatti cominciava a essere presente la scrittura negli ambienti colti, come pure vengono favorite le arti, nella stabilità e nello splendore del regno soprattutto di Re Salomone.
Tutto il racconto biblico e' fortemente simbolico: il simbolo rimanda a significati che vanno ben oltre quello letterale.
Questa parola trasmette un messaggio di Dio che e' destinato a uomini. Non si tratta infatti di parola semplicemente umana, anche se scritta da uomini.
A questo punto e' bene chiarire la verità dell'ispirazione divina per gli autori della Bibbia.
Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Dei Verbum, conferma quanto la Chiesa ha da sempre sostenuto: cioè che le verità espresse nei libri della Sacra Scrittura furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo (cf. Gv 20,31; 2 Tim 3,16; 2 Pt 1, 19-21; 3, 15-16).
Per la composizione dei Libri Sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo Egli in Essi e per loro mezzo, scrivessero, come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che Egli voleva fossero scritte.
Mi fermo qui, per il momento, e vi invito a questo punto a leggere direttamente il testo del racconto della creazione

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21/01/2009 19:40
 
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2 ) Il peccato e le sue conseguenze. (3,1-5,32)

Il mondo esiste solo perché Dio esiste e perché ha deciso di crearlo.
Il mondo non esiste per necessità di cose. Solo Dio esiste da sempre e se il mondo non fosse stato creato, Dio comunque sarebbe esistito da tutta l'eternità'.
Ogni cosa dipende da Dio e gli appartiene. Niente può a buon diritto rivendicare di esistere per propria potenza e scelta. Dio governa ogni cosa e sa cosa deve fare.
E' possibile respingere Dio, ma e' la scelta più insensata e distruttiva che si possa fare. Quando Dio governa effettivamente, tutto va bene; quando noi cerchiamo di sostituirci a lui, il risultato e' male, il caos, distruzione e sofferenza. Il peccato e' una tragica realtà dell'esistenza umana.
Anche se noi rifiutiamo Dio, Dio non ci respinge. Ancor oggi Dio redime l'uomo nel mondo.
Il Libro della Genesi dimostra che l'essenza di Dio e' l'amore e la compassione per le sue creature sbandate
Il racconto della caduta inizia con la figura del serpente. Ricordo di nuovo che tutto il racconto e' essenzialmente simbolico: non ci descrive effettivamente i particolari della vicenda, ma la realtà della tentazione e del primo peccato,  peccato originale di disobbedienza e rifiuto di Dio.
Il serpente serve qui per mascherare un essere ostile a Dio e nemico dell'uomo e raffigura il diavolo (cfr. Sap 2,24; Gv 8,44; Ap 12,9; 20,2).
La tentazione, ascoltata, sveglia la brama, il desiderio malsano di disobbedire per essere di più, per fronteggiare Dio con superbia, per rivendicare con orgoglio totale autonomia da Lui.
Ma la tentazione avvelena la mente e il cuore, e la realtà di Dio e il suo amore si allontanano dai pensieri di Adamo ed Eva. La tentazione costituisce una difficoltà reale e, se ascoltata, acceca.
Dio caccia i progenitori dal giardino dell'Eden, la loro condizione peggiora perdendo gli speciali doni di Dio, ma non vengono abbandonati neppure un istante alla loro sorte: il Signore, pur condannandoli, fa loro intravedere subito una speranza di salvezza (Gen 3,15).
Tuttavia il peccato, pur previsto da Dio da sempre, sconvolge effettivamente l'ordine voluto da Dio. Ma il grande castigo sarà la perdita di familiarità con Dio (3,23), la lontananza da Lui voluta e provocata dall'uomo.
Peccato genera peccato e la violenza dilaga: dopo la rivolta dell'uomo contro Dio, e' la lotta dell'uomo contro l'uomo: Caino uccide il fratello Abele.
Questa spirale di lotta e violenza che si estende e si diffonde, non potrà essere fermata se non con la venuta di Cristo, con la proclamazione del duplice comando che riassume la legge: l'amore verso Dio e verso il prossimo (Mt 22,40).
Il racconto continua esponendo antichissime tradizioni tribali, regolate da vendette selvagge.
Non impressioni la lunghezza della vita dei patriarchi. Non si tratta di cifre esatte, ma hanno uno scopo: la lunga vita viene considerata come frutto della benedizione di Dio a chi si mantiene fedele a Lui.
Vorrei a questo punto fare chiarezza riguardo alla verità nel racconto biblico: la Rivelazione dell'Antico Testamento cammina verso la pienezza della verità, Cristo.
Dobbiamo tenerlo ben presente per non lasciarci disorientare di fronte a certi passi dell'Antico Testamento, nei quali Dio si presenta così diverso da quello che conosciamo in Gesù Cristo.
Il fatto e' questo: non e' Dio a essere diverso, e' l'uomo che deve maturare.
Dio si manifesta all'uomo passo passo senza fargli violenza. Lo prende com'e', con una capacità ricettiva molto limitata, con un'idea di Dio molto rozza e umana, con una sensibilità morale assai primitiva.
Progressivamente, nel corso di duemila anni, Dio apre la mente, il cuore e la vita di Israele fino a rivelarsi in pienezza nel Figlio.
Prima non può farsi capire in modo completo, e' costretto a pazientare.
Solo con Gesù e il dono del suo Spirito, l'uomo riceve la capacità di aprirsi alla comprensione del suo mistero. Comprensione, accoglienza e adesione.
Pertanto e' assolutamente necessario "rileggere" i testi dell'Antico Testamento partendo da Cristo, proiettando su di essi la sua luce.
Ciò non significa che non abbiano in sé elementi positivi, ma risentono pure delle ignoranze umane e della durezza di cuore di quel tempo.
L'Antico Testamento prepara il Nuovo Testamento e si possono comprendere le fonti più antiche solo alla luce e alla pienezza di verità di Cristo nel Nuovo Testamento
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