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GENESI
 
 
 IN PRINCIPIO DIO CREO' IL CIELO E LA TERRA

                                                                

 

 

L'APOCALISSE DI GIOVANNI APOSTOLO

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2011 17:28
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27/05/2011 20:42
 
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CAPITOLO II

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Seguono nei capp. 2-3 sette lettere dirette alle sette Chiese, che, come abbiamo già accennato, non descrivono sette successivi periodi della storia della Chiesa, come intendono la Chiesa dei Fratelli o Darbisti (che si vede rappresentata la Chiesa di Filadelfia, perché questo nome è composto in greco da due parole "Philos"=amato, caro e "Adelphos"=fratello) e la Chiesa Avventista del 7° giorno (che si vede rappresentata dalla Chiesa di Laodicea, perché questo nome si compone in greco di "laòs"= popolo e "dikos" = giusto), ma descrivono le condizioni spirituali che si incontrano sempre nella chiesa nel corso dei secoli. Infatti, il numero "7" indica totalità, e quindi sono diretti a tutti i cristiani di tutti i tempi. In genere queste lettere si compongono di:
un saluto o indirizzo
dell'autodesignazione di Cristo,
di una raccomandazione,
di un'accusa,
di una ammonizione o minaccia,
di una esortazione, e infine
di una promessa.
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LETTERA ALLA CHIESA DI EFESO (vers. 1-7)
La chiesa di Efeso fu fondata da Paolo e Timoteo (Atti 18, 18 negli anni 52/55); quivi Paolo dimorò due anni nel terzo viaggio missionario (Atti capp. 19-20 negli anni 56-58). Ad Efeso Paolo lasciò Timoteo (1 Timoteo 1, 8). In questa città era molto sentito il culto a Diana, per i romani, a Artemide, per i greci, dea della caccia della mitologia greca (Atti 19).

Indirizzo e saluto (vers. 1):
per il significato del termine "angelo" vedere il commento a "le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese" (1, 20 cap. I).
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Autodesignazione di Cristo:
"Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro": vedere il commento al cap. 1, 20 cap. I). Cristo si autodesigna così, rivolgendosi alla Chiesa di Efeso, perché essa era turbata da "falsi apostoli", che cercavano di opporsi e di ostacolare il lavoro degli anziani della Comunità.. Egli, con questa autodesignazione vuole assicurare i cristiani che guida gli anziani ed è presente nella Chiesa.

Raccomandazione (vers. 2-3):
«CONOSCO LE TUE OPERE, LA TUA FATICA E LA TUA COSTANZA»: Cristo loda la Chiesa per queste sue qualità, mediante cui si comportava come un vero candelabro, diffondendo la luce del Signore tra le tenebre del mondo.

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«E CHE NON PUOI SOPPORTARE I MALVAGI»: questa Chiesa ha mostrato una santa intolleranza verso quei cristiani che compromettevano il suo buon nome di fronte ai pagani e inquinavano la sua stessa vita (cfr. 1 Corinzi 5, 9-12).
«E HAI MESSO ALLA PROVA QUELLI CHE SI CHIAMANO APOSTOLI E NON LO SONO E LI HAI TROVATI MENDACI»: essa ha cercato di tenersi lontani i seminatori di errori cristiani (Atti 20, 29-30), mettendo alla prova la dottrina e la vita di questi dottori che erano venuti a lei, spacciandosi per ispirati e inviati di Cristo come gli apostoli autentici; e l'esame dei fatti aveva dimostrato la falsità delle loro pretese. Spesso si parla nelle lettere di persone che si dicevano ispirate ( 2 Tessalonicesi 2, 2) e che si spacciavano per apostoli (2 Corinzi 11, 13; 12, 11); o profeti, ma che non insegnavano la verità cristiana.

«HAI COSTANZA E HAI SOPPORTATO MOLTE COSE PER AMORE DEL MIO NOME, E NON TI SEI STANCATO»: queste parole di Cristo si riferiscono in modo particolare alla costanza dimostrata dalla Chiesa nell'attaccamento alla verità e alla pazienza con cui essa ha sopportato per amore di Cristo le calunnie, l'odio, le vendette di costoro (dei malvagi e dei falsi apostoli).

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Accusa (vers. 4):
«MA HO QUESTO CONTRO DI TE: CHE HAI LASCIATO IL TUO PRIMO AMORE»: sebbene la Chiesa ha conservato la sua purezza morale e dottrinale, dimostrato costanza nelle prove e attività indefessa, tuttavia Gesù nota che in essa non c'è più quell'amore, che aveva caratterizzato la sua vita cristiana dei primi tempi ("primo amore"), per Cristo e per i fratelli.

Ammonizione e minaccia (vers. 5):
«RICORDATI DUNQUE DONDE SEI CADUTO, E RAVVEDITI E FA LE OPERE DI PRIMA; SE NO, VERRO' A TE E RIMUOVERO' IL TUO CANDELABRO DAL SUO POSTO, SE TU NON TI RAVVEDI»: Cristo esorta la Chiesa a riflettere sul suo decadimento spirituale e a decidersi per un cambiamento totale di vita (ravvedersi, dal greco "meta" e "noeo" significa: cambiare mente ) che la riconduca a "fare le opere di prima" ispirate da quel duplice amore. Altrimenti "verrà" per giudicarla e perderà il diritto di essere computata come Chiesa, poiché Gesù ritirerà il suo spirito e la sua luce.

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vers. 6): «MA TU HAI QUESTO: CHE ODI LE OPERE DEI NICOLAITI, LE QUALI ODIO ANCH'IO»: Cristo per stimolare il ravvedimento della Chiesa addolcisce alquanto la minaccia, tornando a lodare il bene che fa, specialmente nell'odiare "le opere dei Nicolaiti". Questa era una setta, che, secondo quanto è detto nella lettera alla Chiesa di pergamo, in cui vengono di nuovo nominati (vers. 14-15), sotto il pretesto della libertà cristiana predicava e incitava a praticare la licenza dei costumi, spingendo i cristiani a prendere parte ai banchetti pagani in occasione di sacrifici agli idoli e che si trasformavano in orge oscene. Non si sa donde derivi il nome di Nicolaiti.

Esortazione (vers. 7 a)
«CHI HA ORECCHIO ASCOLTI CIO' CHE LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE»: questa formula ripetuta in ogni lettera, e già usata da Gesù (Matteo 11, 15 ecc.) richiama l'attenzione sulla promessa che subito viene fatta. Da notare il plurale "alle Chiese"; la lettera, quindi, sebbene diretta alla Chiesa di Efeso, reca un ammonimento e un'istruzione per tutte le Chiese.

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Promessa (vers. 7 b):
«A CHI VINCE DARO' A MANGIARE DELL'ALBERO DELLA VITA, CHE STA NEL PARADISO DI DIO»: cioè al cristiano che persevererò vincente ("a chi vince") sino alla fine nell'adempimento dei propri doveri, nonostante le persecuzioni, le difficoltà ecc... "L'albero della vita" simboleggia la vita nella sua pienezza, perfezione, cioè la vita eterna. Si allude all'albero della vita, piantato da Dio nel giardino di Eden (Genesi 2, 9), i cui frutti dovevano comunicare ai progenitori e ai loro discendenti l'immortalità"; "che sta nel paradiso di Dio": "paradiso" è un termine di origine Persiana che significa giardino, giardino delle delizie (cfr. Luca 23, 42; 2 Corinzi 12, 4) e che qui sta per il cielo.

LETTERA ALLA CHIESA DI SMIRNE (vers. 8-11)

La Chiesa di Smirne fu forse fondata da Paolo nel suo terzo viaggio missionario (anni 56-58; Atti 19,10). In questa città vi era il culto di Bacco o Dionisio, dio del vino, le cui feste erano celebrate con i noti Baccanali.

Saluto e indirizzo (vers. 8):
Per il significato di "angelo" vedere 1, 20 cap. I

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Autodesignazione di Cristo (vers. 8):
Per il "primo e l'ultimo" vedere commento al cap. 1, 18 cap. I.
Per "che fu morto e tornò in vita" vedere commento al cap. 1, 18 cap. I.

Raccomandazione (vers. 9-10):
«IO CONOSCO LA TUA TRIBOLAZIONE E POVERTA'»: "tribolazione" fa riferimento alle persecuzioni per parte dell'autorità romana che dei pagani in genere: "povertà" sia perché l'Evangelo era stato accolto dalle classi più povere, sia per le spogliazioni subite durante la persecuzione di Domiziano, e sia perché quei cristiani era privati di ogni occupazione a motivo della loro fede.

«MA PUR SEI RICCO»: la povertà dei beni materiali era largamente compensata dalla loro ricchezza dei beni spirituali.

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E LE CALUNNIE DI QUELLI CHE DICONO D'ESSERE GIUDEI E NON LO SONO»: questi giudei, stabilitisi a Smirne molto verosimilmente perché era una città di commerci ed affari, diffamavano Gesù Cristo e accusavano i cristiani, davanti ai tribunali romani, di essere contro l'imperatore e le leggi dello stato. Costoro che lanciano calunnie contro i cristiani "dicono d'essere giudei", cioè si vantano di essere giudei, discendenti di Abramo e membri del popolo di Dio, e tali sono secondo la carne, cioè per il loro nome e per la loro origine.
"E non lo sono" ma sono indegni di portare questi nome già portato dal popolo di Dio (Romani 2, 17.28.29 ecc.) perché odiano la verità e sono nemici di Cristo che Abramo salutò da lontano (Giovanni 8, 56). I veri figli di Abramo sono quelli che ne imitano la fede e le opere (Romani 4; Giovanni 8), Costoro, invece di essere chiamati popolo di Dio (Numeri 16, 3; 20, 14), vengono da Gesù qualificati come "SINAGOGA DI SATANA", perché formano un'assemblea di Satana, l'avversario dell'Eterno, e contrastano con ogni mezzo l'estensione del regno di Cristo.

«NON TEMERE QUEL CHE AVRAI DA SOFFRIRE»: si allude alle nuove tribolazioni che dovevano piombare sulla Chiesa di Smirne.

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«ECCO IL DIAVOLO STA PER CACCIARE ALCUNI DI VOI IN PRIGIONE, PERCHE' SIATE PROVATI»: alcuni membri della Chiesa, a seguito delle calunnie dei giudei, saranno imprigionati dall'autorità romana, e alla prigione potrebbe seguire la morte per alcuni. Ma chi opera tutto questo è "il diavolo", del quale pagano e giudei non sono che strumenti. Lo scopo del diavolo è "perché siate provati" (forse meglio sarebbe tradurre "tentati") nella vostra fede in Cristo e nella perseveranza nella verità.

«E AVRETE UNA TRIBOLAZIONE DI DIECI GIORNI»: quel che il diavolo compie a fin di male, è permesso e controllato da Dio, che lo fa volgere a rinsaldare la fede dei credenti col farla uscire vittoriosa dalla prova. Dio regola la forza e la durata della prova; la tribolazione durerà "dieci giorno", che significa un periodo di tempo molto breve (i dieci giorni infatti non vanno intesi in senso letterale)

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Ammonizione e minaccia (vers. 10):
«SII FEDELE FINO ALLA MORTE, E IO TI DARO' LA CORONA DELLA VITA»: non vuol dire sii fedele fino al giorno del trapasso all'altra vita, ma sii fedele anche a costo della morte, fino a soffrire la morte per il Vangelo. "La corona della vita": l'immagine è tolta dalle gare pagane ove si dava come premio al vincitore una corona, cioè la vita eterna (cfr. 1 Corinzi 9, 25; 2 Timoteo 4, 8; Giacomo 1, 12; 1 Pietro 5, 4).

Esortazione (vers. 11):
"Chi ha orecchio ..." vedere commento al (vers. 7).

Promessa (vers. 11 b):
«CHI VINCE NON SARA' PUNTO OFFESO DALLA MORTE SECONDA»: mentre la morte fisica è la prima morte, "la morte seconda" è la separazione eterna dell'anima da Dio, che è fonte di ogni vita (2 Tessalonicesi 1, 9; Matteo 25, 41.46). I vincitori, per avere perseverato nella fede, non saranno cacciati anima e corpo nel lago di fuoco e di zolfo della seconda venuta di Cristo (Apocalisse 20, 14).

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27/05/2011 20:45
 
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LETTERA ALLA CHIESA DI PERGAMO (vers. 12-17)

La Chiesa di Pergamo fu forse fondata da Paolo nella stessa circostanza della Chiesa di Smirne: vedere commento al (vers. 8). A Pergamo vi era il culto di Esculapio, dio della medicina, venerato sotto forma di serpente. A Pergamo ebbe inizio l'attività della concia della pelle di pecora e di capra per scrivere (detta "pergamena"), quando sotto il re Eumene IV nel 4° sec. a.C. venne a mancare il papiro egiziano che è un materiale più facilmente deperibile.

Saluto e indirizzo (vers. 12 a)
Per il termine "angelo" vedere commento al (v. 1)

Autodesignazione di Cristo (vers. 12 b)
«SPADA A CURA A DUE TAGLI»: vedere commento al cap. 1, 16.
La "spada a due tagli" è la spada affilata da entrambe le parti e quindi, data anche la sua punta molta acuta, di facile penetrazione. Gesù afferma di tenere in mano questa spada per significare che è pronto a combattere contro i suoi nemici che vi sono nella Chiesa di Pergamo mediante la potenza della sua parola (Ebrei 4, 12-13). Da notare che Gesù nell'autodesignazione, in ciascuna di queste lettere, si presenta con delle caratteristiche già vedute nella visione del "Figliuol dell'uomo" al (cap. 1) (Efeso 2, 1 cfr. 1, 16.12; Smirne 2, 8 cfr. 1, 18; Pergamo 2, 12 cfr 1. 16; Tiatiri 2, 18 cfr. 1, 14-15; Sardi 3, 1 cfr. 1, 4.16-20; Filafelfia 3, 7 cfr. 1, 18; Laodicea 3, 14 cfr 1, 5).

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Raccomandazione (v. 13-14):
«IO CONOSCO DOVE TU ABITI», vale a dire so che tu abiti in un luogo molto pericoloso, «DOV'E' IL TRONO DI SATANA»: Pergamo viene così qualificata per due motivi:

come centro di idolatria pagana, avendo molti templi e divinità ivi adorate e come centro in cui affluiva molta gente per la celebrazione dei misteri pagani, che fornivano occasione per tanta immoralità;
come sede ufficiale dell'autorità romana e del tribunale romano, da cui più facilmente poteva prendere avvio la persecuzione;
«EPPURE RITIENI FERMAMENTE IL MIO NOME»: "ritenere fermamente il nome di Gesù" è attenersi alla conoscenza che di Lui ci dà il Vangelo, un ritenerlo come vero Figlio di Dio, fatto uomo per salvarci ed elevato ira alla destra di Dio come Signore di tutte le cose.
«E NON RINNEGASTI LA MIA FEDE»: La fede di Gesù è la fede in Lui, la fede che ha lui per oggetto.

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NEPPURE NEI GIORNI IN CUI ANTIPA, IL MIO FEDEL TESTIMONE, FU UCCISO FRA VOI, DOVE ABITA SATANA»: chi sia questo Antipa non si sa e altre notizie di lui non si hanno oltre quelle scritte qui. Forse è stato uno dei vescovi, che ha subito il martirio ("fu ucciso") a testimonianza della fede cristiana ("mio fedel testimone").

«DOVE ABITA SATANA», stesso concetto del "dov'è il trono di Satana" del vers. stesso.

Accusa (vers. 14-15):
«MA HO ALCUNE POCHE COSE CONTRO DI TE: CIOE' CHE TU HA QUIVI DI QUELLI CHE PROFESSANO LA DOTTRINADI BALAAM, IL QUALE INSEGNAVA A BALAC A PORRE UN INTOPPO DAVANTI AI FIGLIUOLI D'ISRAELE, INDUCENDOLI A MANGIARE DELLE COSE SACRIFICATE AGLI IDOLI E A FORNICARE»: in Numeri 25, 1-2 si narra che stando Israele in Sittim, cominciò a fornicare con le figlie dei Moabiti, le quali invitarono gli Israeliti ai sacrifici dei loro dèi. Il popolo accettò di prendere parte a questi conviti e si prostrò dinanzi al dio Baal. In Numeri 31, 16 viene detto che le figliuole dei Madianiti e Moabiti usarono questa astuzia per trascinare Israele all'idolatria per istigazione di Balaam. Di Balac non si parla, ma il consiglio del falso profeta deve essere stato comunicato alle Moabite per mezzo di Balac. Perciò l'espressione "la dottrina di Balaam" ha qui il valore di: il sistema insegnato e consigliato da Balaam per sedurre il popolo di Israele.
"Porre un intoppo": cioè una pietra d'inciampo, di scandalo inducendoli a praticare l'idolatria.

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COSI' HAI ANCHE TU, come l'Israele antico, DI QUELLI CHE IN SIMIL GUISA PROFESSANO LA DOTTRINA DEI NICOLAITI», i quali, come abbiamo detto al (cap. 2, 6), sotto la scusa della libertà cristiana, partecipavano ai convitti che seguivano ai sacrifici degli idoli con tutte le orge e le immoralità ad essi connesse. Erano alcuni membri soltanto della Chiesa che così si comportavano, ma poiché questa non si era mostrata, al pari di Efeso, zelante nel riprenderli e se necessario espellerli, il Signore la ritiene responsabile. Certo la posizione dei cristiani di quel tempo a Smirne era particolarmente difficile. Tutte le attività artigiane in quel tempo erano distribuite in corporazioni, e ogni corporazione aveva il suo dio, che in determinati giorni dell'anno veniva solennemente festeggiato nei templi con riti, processioni e sacrifici e fuori con banchetti in loro onore. Chi voleva lavorare non poteva non iscriversi a una delle tante corporazioni, avente la sua divinità tutelare. Rifiutare di partecipare a queste feste e banchetti, voleva dire precludersi ogni possibilità di partecipare alla vita sociale, dover abbandonare il lavoro e mestiere e divenire un reietto.
Non c'è da meravigliarsi pertanto che, di fronte a così gravi prospettive, alcuni cristiani argomentassero che in fondo il partecipare a quelle feste e banchetti non comportava nulla di male, perché l'idolo non è niente. Alcuni forse pensarono pure che non si sarebbe potuto sconfiggere Satana se non lo si fosse conosciuto a fondo nei suoi centri più abbietti, Ma questo atteggiamento di compromesso col mondo era molto pericoloso, e la Chiesa di Pergamo non se ne rendeva conto e non sottoponeva a disciplina i membri che mancavano.
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27/05/2011 20:46
 
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Ammonizione e minaccia (v. 16):
«RAVVEDITI» (cfr, 2, 5), cioè cambia modo di pensare e d'agire e sottoponi a disciplina i membri che così mancano.

«SE NO, VERRO' TOSTO A TE, E COMBATTERO' CONTRO A LORO CON LA SPADA DELLA MIA BOCCA»: "verrò ... e combatterò" indicano un intervento diretto di Cristo per riprendere e punire i colpevoli. "La spada della mia bocca" è, si la sua Parola, ma la parola del giudice che pronuncia sentenze subito eseguite.

Esortazione (vers. 17)
Vedere commento al (vers. 7)

Promessa (vers. 17)
« A CHI VINCE IO DARO' DELLA MANNA NASCOSTA»: ai vincitori Cristo promette un cibo celeste, alimento di una vita superiore, di santità e di perfetta beatitudine. Come gli Israeliti nel deserto furono nutriti di "manna", detta "pane dei potenti o degli angeli" e "pane di Dio", così avverrà a chi avrà vinto tutti gli allettamenti del mondo: Cristo provvederà a soddisfare tutti i bisogni e le aspirazioni del suo popolo in un modo che la mente umana non saprebbe attualmente immaginare, e che perciò viene detta "nascosta". E' da escludersi perciò che questa "manna" sia cristo, in quanto la promessa concerne solo i beni futuri assicurati da Cristo ai vincitori.

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«E GLI DARO' UNA PIETRUZZA BIANCA»: anticamente queste pietruzze servivano a usi vari: erano il voto con cui veniva assolto un accusato, la tessera di ingresso a spettacoli e banchetti, e portava scritto il nome dell'invitato.
Inoltre era anche uso negli spettacoli e gare olimpiche dare ai vincitori una pietruzza bianca (colore della vittoria) con sopra scritto il nome del vincitore, il quale poteva esibirla come una tessera per aver diritto a vari onori e privilegi, quando faceva ritorno nella sua città. pertanto il significato simbolico di questa pietruzza bianca è che la sua immagine Cristo assicura onori e gloria nella patria celeste dei vincitori.

«E SULLA PIETRUZZA SCRITTO UN NOME NUOVO CHE NESSUNO CONOSCE SE NON COLUI CHE LO RICEVE»: le parole riguardanti la pietruzza bianca e il nome nuovo hanno avuto varie spiegazioni ma le migliori sono due:

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27/05/2011 20:46
 
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Prima spiegazione:

"la pietruzza" rappresenta la persona che la riceve, come sul pettorale del sommo sacerdote vi erano dodici pietre preziose rappresentanti le 12 tribù di Israele (Esodo 28, 15-21). La pietruzza in sé simboleggia durabilità, indistruttibilità;
essa è "bianca": il bianco è simbolo di santità, bellezza e gloria, quindi il coloro della pietruzza indica un essere libero da peccato, che permane sempre in questo stato di santità;
"il nome nuovo" scritto sulla pietruzza esprime il nuovo carattere della persona, che, accettando il Signore per fede e col battesimo, ha ricevuto da Cristo "una nuova nascita" (Giovanni 3, 3.5) "una nuova vita" (2 Corinzi 5, 17). Nuova realtà spirituale della sua anima che è "conosciuta" solo da chi questo nome nuovo riceve, perché solo lui può sperimentarne le celestiali dolcezze della grazia di Dio.
Seconda spiegazione:
"la pietra bianca" porta il nome di Cristo. perciò chi la riceve avrà nella gloria la rivelazione della dolcezza della comunione con Cristo, che può essere apprezzata solo da chi la riceve; quindi secondo questa spiegazione il "nome nuovo" sarebbe quello di Cristo.
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27/05/2011 20:46
 
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LETTERA ALLA CHIESA DI TIATIRI (vers. 18-29)
Forse fondata da Paolo come Pergamo e Smirne: vedere commento (al vers. 8). Città molto commerciale, era sede di numerose corporazioni di arti e mestieri, come lana, lino, porpora (Atti 16, 14), cuoio, concia, vasi, ecc. Vi era il culto di Apollo, fratello della dea Diana (Artemide) e dio delle arti belle: poesia, musica e pittura ecc.

Saluto e indirizzo (v. 18):
per il termine "angelo" vedere il commento al (vers. 1).

Autodesignazione di Cristo (vers. 18b):
per «GLI OCCHI COME FIAMMA DI FUOCO E I CUI PIEDI SONO COME TERSO RAME» vedere commento 1, 14-15.

«FIGLIUOL DI DIO»: titolo che implica la natura divina.

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27/05/2011 20:47
 
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Raccomandazione (v. 19):
«IO CONOSCO LE TUE OPERE, cioè la condotta, E IL TUO AMORE, per Dio e per gli uomini, E LA TUA FEDE, nel Cristo e nella verità da lui insegnata, E IL TUO MINISTERIO, ossia il tuo servizio a bene dei fratelli poveri, malati, orfani, vedove, perseguitati, ecc., E LA TUA COSTANZA nel mantenere la fede di fronte all'odio, agli attacchi e alle persecuzioni dei nemici, E CHE LE TUE OPERE ULTIME SONO PIU' ABBONDANTI DELLE PRIME»: il che indica che il suo zelo era andato crescendo, al contrario di quanto avveniva nella Chiesa di Efeso che andava declinando.

«ECCO IO GETTO SOPRA DI LEI UN LETTO DI DOLORE, cioè la colpisco di grave malattia, E QUELLI CHE COMMETTONO ADULTERIO CON LEI, non si tratta di suoi amanti, ma di quelli che accettano e seguono la sua dottrina e imitano la sua condotta commettendo le stesse infedeltà (adulterio, nel linguaggio dei profeti dell'Antico Testamento) contro Cristo, la sua dottrina e i suoi comandamenti. IN UNA GRANDE TRIBOLAZIONE, si tratta di una grave calamità, forse la pestilenza annunciata al versetto seguente. SE NON SI RAVVEDONO DELLE OPERE D'ESSA», cioè se non smettono di seguirla.

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